IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
Quando la giustizia dimentica se stessa e perde umanità, in nome del bene che non è un bene e di un male che non viene riconosciuto come tale
Ore 9,00 Tribunale dei Minori di Roma, ma potrebbe essere un qualsiasi tribunale della penisola, cominciano ad arrivare i magistrati, togati e non, assistenti sociali, psicologi e tutta la pletora di professionisti che devono decidere cosa fare di una famiglia, di un bambino. Al seguito le famiglie, tra le tante derelitte ci sono anche quelle a cui non dovrebbe essere scontato che debbano essere allontanati dai figli. Non tutte le famiglie sono abusanti e gravemente inadeguate. Uno dei temi più spinosi che vede implicati a buona ragione una parte della collettività, perché oltre le apparenze si nasconde un sommerso molto poco virtuoso, un vero e proprio business di malaffare, molto spesso conosciuto e tollerato. La gravità consiste nel fatto che sono coinvolti bambini indifesi, i quali sono totalmente ignari che rappresentano un giro di affari di parecchi miliardi. Da dove ha origine? Non tutti sanno che i collegi dei tribunali dei minori sono presieduti da giudici togati e magistrati onorari appartenenti ad alcune categorie professionali, nominati dal Ministero della Giustizia su indicazioni dei Tribunali stessi, rimanendo in carica cinque anni. Ognuno di questi magistrati “onorari” ha lo stesso peso dei magistrati togati, ovvero quelli in carriera. Fin qui nulla di strano, ineccepibile, ma sulla strada dei “giudici onorari” si imbatte una Onlus “Finalmente liberi” la quale comincia a non vederci chiaro su alcune faccende e scoprono cosa? Un nutrito numero di giudici onorari sparso nelle varie corti d’appello operavano e probabilmente operano in totale e palese conflitto di interesse, ovvero tutti avevano o continuano ad avere contatti professionali con le strutture dove vengono spediti i bambini e, in molti casi hanno contribuito personalmente alla loro fondazione. A questo punto è abbastanza facile immaginare che sentenze e ordinanze di allontanamento dei minori producano la materia prima per un colossale business. Si pensi che un bambino costa allo Stato non meno di 400 euro al giorno. In Italia si ipotizza che siano circa 50000 i bambini sottratti con un costo per il contribuente di quasi 2 miliardi. Purtroppo l’Istat non da cifre certe. A pagare sono le aziende sanitarie locali e i comuni, paradosso è il caso di qualche comune che chiede alle famiglie già disagiate di sostenere le spese del figlio in comunità. Da ridere? No! I comuni nominano anche gli assistenti sociali, ai quali spetta il compito di scegliere la casa famiglia che deve ospitare un bambino. Spesso funziona che sono i servizi sociali a segnalare un caso e in base alla relazione i bambini possono essere anche immediatamente allontanati, un potere quasi indiscusso che in molti casi si rivela molto dannoso, soprattutto quando agiscono direttamente in casi che reputano gravi e, solo successivamente relazionano al magistrato. In alcuni casi vengono affidati al curatore speciale. Va detto che un genitore accusato da una segnalazione anonima o redatta da un assistente sociale non ha diritto né alla difesa, né a produrre prove a sua discolpa, né ad essere ascoltato o far ascoltare eventuali testimoni e non ha i 3 gradi di giudizio. Comincia allora il drammatico calvario dei genitori che vengono privati dei figli- in questa sede non si parla di minori abusati e maltrattati, dove l’allontanamento è più che legittimo- la maggior parte sono nuclei familiari in difficoltà economica, o peggio ancora nei casi di separazione dove uno dei genitori per vendetta verso il coniuge trascina i figli nell’abisso della casa famiglia, oppure situazioni in cui è possibile un recupero del rapporto del bambino con il genitore, tutti i casi in cui vengono impunemente violati i diritti anche quello di essere povero. Chi restituisce la serenità ad un bambino? Chi controlla effettivamente questi istituti? Molte carte e poche indagini, minori che vengono trattenuti per anni, dimenticati sulla scrivania, semmai in un fascicolo archiviato, per il comodo di qualcuno, omertà e silenzi che si fondono con la paura e il terrore dei genitori che devono dimostrare di essere adeguati. La perizia per dimostrare l’abilità genitoriale costa dai 2 ai 3000 euro, nel frattempo perdono ogni tipo di contatto con il figlio. Un caso emblematico a Taranto e, come quello moltissimi altri: una famiglia denunciò abusi da parte del Tribunale solo perché il papà aveva un lavoro precario e vivevano 4 persone in un monocamera, era stata allontanata la figlia sedicenne, la quale costava al comune più di 2000 euro al mese. La domanda che sorge, ma i soldi che vengono dati alle strutture non potrebbero essere impiegati per sostenere le famiglie? Dove sono i centri deputati ad avviare un percorso relazionale? Domande senza alcuna risposta! Ci provò nel 2003 il ministro Castelli a smontare l’establishment dei tribunali dei minori, ma fallì, ci riprovò nel 2011 il Sen. Cardiello il quale proponeva di istituire sezioni specializzate per la famiglia e i minori al posto dei tribunali, prendeva di mira i servizi sociali privandoli della funzione giuridica, riducendone il potere. Un coraggioso giudice del tribunale di Bologna, oggi avvocato, il Dott. Morcavallo denunciò il troppo facile affidamento e la tendenza dei tribunali a seguire le indicazioni dei servizi sociali che forzano la mano per gli affidamenti in strutture, pretendendo di agire in totale autonomia. in seguito ad un caso entrò in conflitto con il presidente della sezione, con la conseguenza che il Dott. Morcavallo si spogliò della toga nella quale credeva. Da quel momento la vita dell’allora giudice è decisamente cambiata, isolato dalla magistratura, osteggiato, si è messo in gioco, denunciando quanto le interferenze illegittime recassero infiniti danni alle persone, lottando per i diritti delle famiglie e dei minori, facendo emergere interessi che fino a quel momento venivano insabbiati. Grazie a persone come lui e altri che ogni giorno lottano, denunciano e subiscono anche rappresaglie professionali, il muro si sta sgretolando, ma ci vuole coraggio, molto coraggio per uscire dai meccanismi delle lobby e dei poteri trasversali che vengono alimentati solo da una parola: soldi!