Il lento declino del diritto alla salute

Malasanità o sanità malata? È un distinguo non da poco. Spesso si titola “ caso di malasanità”, ma dove e inizia e dove finisce non si comprende. Un comparto quello della sanità che è un buco nero, nerissimo, anzi una voragine dove tutto si perde, ingestibile. Si segnala un crescente divario di gestione tra nord e sud – dove pure tra tante bufere sopravvivono eccellenze – dovuto soprattutto alla regionalizzazione del sistema sanitario. In primo piano, tra gli aspetti da sottolineare c’è la mancanza cronica di medici e personale sanitario -abbonda quello amministrativo – ma il nodo è la carenza di strutture all’avanguardia troppo spesso mal gestite da manager incapaci, al servizio di una politica più che corrotta, dimentica del bene comune. Un modus operandi troppo disinvolto dei tagli reca con se la conseguenza di una offerta inefficiente dei servizi: perché avviene questo? La sanità è uno dei settori dove c’è stato molto da mungere, quasi del tutto priva di controllo, a cominciare dalla scelta dei Direttori Generali, i quali vengono nominati in sede politica, spesso frutto di accordi e non per concorso meritorio. Questo fa parte di un gioco che ricorda un po’ il monopoli, a cominciare dagli appalti concessi agli amici degli amici, meno di un anno fa si è conclusa la vergognosa vicenda di Anna Iannuzzi nota al mondo romano e non solo come “Lady Asl”, la quale insieme al marito aveva indebitamente sottratto al sistema sanitario pubblico la notevole cifra di 40 milioni di euro, l’indagine fece emergere un sistema corruttivo che coinvolgeva funzionari pubblici della sanità capitolina e imprenditori del settore sanitario. Ma la fantasia non conosce confini, in un noto ospedale romano il San Giovanni dell’Addolorata erano arrivati a truffare per 5 milioni di euro inventando cure e pasti ad ammalati che non esistevano. Ma il male si sa è endemico e passa per molte vie, basti ricordare le ombre su una delle eccellenze della sanità italiana privata, un icona anche all’estero, il San Raffaele di Milano, il cui fondatore Don Luigi Verzè non è certo morto in odore di santità. Il prete manager fu coinvolto in tangenti e truffe fino alla débâcle finanziaria che sfociò in un’inchiesta su fondi neri e legami oscuri con noti politici – amico di Craxi e Berlusconi – e il Sismi di Pollari. Per non andare molto lontano l’ultima notizia è l’arresto dell’ex assessore alla sanità lombarda Mario Mantovani, fedelissimo di Silvio Berlusconi. Gravi le accuse mossagli, in seguito ad una indagine per appalti nella sanità: corruzione e concussione, il gip nella motivazione dell’arresto parla di “ spiccata capacità criminale e disprezzo delle regole”. Per Berlusconi consultato sulla vicenda “una brava persona”, ma per l’ex cavaliere anche Dell’Utri altro suo fedelissimo è incarcerato ingiustamente. Mantovani tuttora risiede nelle patrie galere in buona compagnia dell’assessore leghista Massimo Garavaglia, accusato per turbativa di gara -gara per i dializzati che valeva 11 milioni di euro- il tutto ovviamente compiuto per fini di lucro personali e per mantenere il consenso politico. Di ultimissima ora, per par condicio va menzionato l’Ospedale Israelitico di Roma, – una struttura privata, ma accreditata – finiti ai domiciliari il noto plurisuperdirigente di una miriade di cariche pubbliche ex presidente INPS Antonio Mastrapasqua; inquisito assieme a medici più che compiacenti, dirigenti e personale sanitario per truffa alla sanità della Regione Lazio per la “modesta” cifra di 13 milioni di euro. In questo caso si svelerebbe un canovaccio imbastito di fantapolitica che punterebbe all’odio razziale antisemita, ma questo merita un capitolo a parte! In questo scenario da giungla fa capolino il buon Matteo Renzi cercando di parare colpi a destra e a manca, parlando prima di tagli e successivamente ritrattando. I tagli va bene, ma su chi e che cosa? I soliti ignoti a rimetterci. Sotto accusa le prestazioni sanitarie- si è visto anche perché – troppi esami clinici gravano pesantemente sul SSN, per cui cosa si fa? Semplice, si va nelle strutture private che ringrazieranno molto lautamente. E coloro che dovranno eseguire i check-up o altri screening diagnostici, soprattutto gli anziani? Niente più ospedale, ma visite private! Bisognerà scegliere se curarsi o mangiare, i meno abbienti e fasce deboli in via di rottamazione. E gli ospedali? Uno smantellamento silenzioso, un avvio occulto verso la privatizzazione! Aveva cominciato a pensarci l’ On. Bindi nel 1997 con l’intramoenia, ovvero i medici possono fare attività privata in ospedale, ma non essendo tutte le strutture attrezzate in molti casi continuano a farla fuori e parte delle loro parcelle vengono intascate dagli ospedali. Ma è finita anche per loro, in quanto gli ospedali essendo in deficit stanno chiedendo ai medici il rientro in struttura, così le prestazioni che non possono essere erogate di giorno con i ticket possono essere erogate di pomeriggio pagando in privato. I medici che non saranno in regime intramoenia liberi di fare come vogliono, ma guarda la sorpresa, non avranno gli incentivi degli obbiettivi professionali raggiunti. Una trappola anche per loro comunque la metti! A guadagnarci alla fine chi è? I soliti noti: i manager che mostrando di essere bravi e maneggioni con la spending-review avranno compensi perché avranno saputo tagliare bene. Ultima domanda: e i sindacati? Non si sa, in silenzio, dileguati, atomizzati, magari in attesa che per qualcuno di loro si liberi un posto in parlamento. La storia ce lo insegna!
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