Non è vero ma ci credo…
NON E’ VERO MA CI CREDO…
L’Italia è veramente il paese delle meraviglie! lo spirito universalistico pervade il sistema del servizio sanitario nazionale favorendo l’integrazione al di là delle differenze, tali caratteristiche prefigurano un modello italiano di integrazione: un fenomeno. A parlare è Maurizio Ambrosini Docente di Storia delle migrazioni.
I migranti nel mondo sono 235milioni, il 3% della popolazione mondiale, tutti gli altri stanno fermi, chissà perché? Coloro che migrano non sono i più poveri , già occorre pagare il biglietto; chi emigra ha visioni , capitale sociale, legami e contatti con la società ricevente. Spesso sono le classi medie a migrare, più della metà sono europei, più della metà sono donne , noi confondiamo i migranti con gli sbarcati! Le destre e le sinistre non cavalcano il problema.
L’Italia ha 2 migranti ogni mille abitanti di cui il 10 % ha una occupazione regolare, anche con la crisi, il 30% scambia coi vicini italiani inviti a pranzo e favori, nei quartieri popolari, poi 9 su 10 hanno lavori manuali o di piccolo commercio, accettando spesso una discesa sociale rispetto alla provenienza.
Un panorama bucolico, ma Guido Crainz storico di Repubblica si chiede quanto potrà durare dopo quel che è successo , sostiene che abbiamo buoni maestri nelle scuole elementari, possiamo star tranquilli.
Giuseppe De Rita, Presidente Censis, è ottimista, la società italiana non ha grandi assetti è costituita da realtà piccole dove le relazioni e i rapporti umani sono fondamentali. Le badanti per esempio o come a Parma dove i neri aiutano a fare il parmigiano, veramente godibile il contrasto del colore, o come a Mazara del Vallo dove i tunisini lavorano nelle piccole flottiglie di pesca , poi sempre nell’Emilia le piccole attività metallurgiche accolgono 3 o 4 persone immigrate. Insomma risultati banali ma promettenti, li definisce . Ma questo 8% di occupati stranieri devono crescere, altrimenti possono creare tensione sociale e cita Girard che definiva il rancore “lutto per quel che non è stato”, noi con i nostri 8900 comuni e le nostre piccole città possiamo garantire un integrazione che è figlia di un sistema molecolare e crea una dispersione che consente la realizzazione di quella politica nazionale che Mariotti auspicava. La natura del popolo italiano col primato della relazionalità anche col suo egoismo e narcisismo, rispetta l’altro .
Tutti questi dati che il Censis elabora per oggi hanno perso l’odore della povertà, il vuoto della solitudine e l’impotenza dell’abbandono del sud o delle periferie, i corpi dei tanti che non si curano più erano solo nella immaginazione. I dati sconsolanti della crisi della disoccupazione non fanno parte di questa ricerca. La paura del futuro è ben assorbita dal “loro popolo italiano” che accoglie integra assimila , non rigetta ma comprende. Un paese meraviglioso quello della sociologia capace di decifrare il mondo a piacimento. Questi signori sembrano ignorare le leggi francesi che chiedono prove di identità volte ad espellere l’immigrato di terza generazione , o le scuole differenziali tedesche , sembrano ignorare i tempi inaccettabili delle liste di attesa che fanno sì che il 73% dei servizi sanitari avviene intramoenia, che i familiari che prestano assistenza sono il 16,2%. Così mentre il liberismo scalza il nazionalismo, i nostri politici non vogliono ammettere di contare poco e niente di fronte a un’Europa che non ha che l’euro a tenerla unita; finché dura. Si dibattono contando elettori, siano immigrati o meno. Il problema dell’immigrazione come quelli dell’energia, del clima, della finanza, della sicurezza, del beni primari sono problemi mondiali, basteranno le relazioni umane? Una scontata mostra di fotografie patinate che descrivono la relazionalità fra pazienti e personale sanitario illustra le meraviglie del sistema sanitario italiano, alla galleria del Cembalo di Palazzo Borghese sembra andare tutto molto molto bene … Sarà vero?
L’Italia ha 2 migranti ogni mille abitanti di cui il 10 % ha una occupazione regolare, anche con la crisi, il 30% scambia coi vicini italiani inviti a pranzo e favori, nei quartieri popolari, poi 9 su 10 hanno lavori manuali o di piccolo commercio, accettando spesso una discesa sociale rispetto alla provenienza.
Un panorama bucolico, ma Guido Crainz storico di Repubblica si chiede quanto potrà durare dopo quel che è successo , sostiene che abbiamo buoni maestri nelle scuole elementari, possiamo star tranquilli.
Giuseppe De Rita, Presidente Censis, è ottimista, la società italiana non ha grandi assetti è costituita da realtà piccole dove le relazioni e i rapporti umani sono fondamentali. Le badanti per esempio o come a Parma dove i neri aiutano a fare il parmigiano, veramente godibile il contrasto del colore, o come a Mazara del Vallo dove i tunisini lavorano nelle piccole flottiglie di pesca , poi sempre nell’Emilia le piccole attività metallurgiche accolgono 3 o 4 persone immigrate. Insomma risultati banali ma promettenti, li definisce . Ma questo 8% di occupati stranieri devono crescere, altrimenti possono creare tensione sociale e cita Girard che definiva il rancore “lutto per quel che non è stato”, noi con i nostri 8900 comuni e le nostre piccole città possiamo garantire un integrazione che è figlia di un sistema molecolare e crea una dispersione che consente la realizzazione di quella politica nazionale che Mariotti auspicava. La natura del popolo italiano col primato della relazionalità anche col suo egoismo e narcisismo, rispetta l’altro .
Tutti questi dati che il Censis elabora per oggi hanno perso l’odore della povertà, il vuoto della solitudine e l’impotenza dell’abbandono del sud o delle periferie, i corpi dei tanti che non si curano più erano solo nella immaginazione. I dati sconsolanti della crisi della disoccupazione non fanno parte di questa ricerca. La paura del futuro è ben assorbita dal “loro popolo italiano” che accoglie integra assimila , non rigetta ma comprende. Un paese meraviglioso quello della sociologia capace di decifrare il mondo a piacimento. Questi signori sembrano ignorare le leggi francesi che chiedono prove di identità volte ad espellere l’immigrato di terza generazione , o le scuole differenziali tedesche , sembrano ignorare i tempi inaccettabili delle liste di attesa che fanno sì che il 73% dei servizi sanitari avviene intramoenia, che i familiari che prestano assistenza sono il 16,2%. Così mentre il liberismo scalza il nazionalismo, i nostri politici non vogliono ammettere di contare poco e niente di fronte a un’Europa che non ha che l’euro a tenerla unita; finché dura. Si dibattono contando elettori, siano immigrati o meno. Il problema dell’immigrazione come quelli dell’energia, del clima, della finanza, della sicurezza, del beni primari sono problemi mondiali, basteranno le relazioni umane? Una scontata mostra di fotografie patinate che descrivono la relazionalità fra pazienti e personale sanitario illustra le meraviglie del sistema sanitario italiano, alla galleria del Cembalo di Palazzo Borghese sembra andare tutto molto molto bene … Sarà vero?