L’imbonitore e la palla di vetro
L’imbonitore e la palla di vetro
Elaborazione Immagine di Carla Morselli
Come per tutti i trionfi politici c’è un inizio ed una fine. Può durare ancora come può finire presto, molto dipenderà dalle prossime elezioni amministrative.
Con le elezioni europee Renzi ha trionfato alla grande ma il suo declino è iniziato il giorno dopo.
Fortunato per la sua giovane età ha superato una sfida più grande della sua portata.
Da quella data sono passati circa due anni e le aspettative sono state tutte ridimensionate anche se continuano i suoi annunci roboanti.
Ha solo, in concreto, messo da parte vecchie glorie politiche (almeno pare) come Bindi, D’Alema, Veltroni, Bersani e qualche altro.
“Il mattatore della Leopolda” gode ancora di molti appoggi soprattutto di alcuni banchieri “nostrani”collegati alla finanza internazionale . Per questi motivi guardiamo con sospetto alle ultime opere di carità verso le banche e temiamo una colossale fregatura ai danni dei contribuenti come la bad bank, tanto caldeggiata da Ue e Governatore della Banca d’Italia.
Renzi vorrebbe decidere, cambiare, sfidare, ma perde tempo e “più di qualcuno che conta” lo ha già capito. A livello internazionale l’Italia non ha voce in capitolo e la vicenda dei due Marò e oggi del terrorismo lo dimostra.
I nostri rapporti con l’Europa, dipendono solo dagli input tedeschi e degli Usa.
Purtroppo e non sempre per sua volontà, Renzi non mantiene ciò che promette. Rievoca per questo il Berlusconi di un tempo.
Il “dare un colpo al cerchio e uno alla botte” è un metodo ormai inadatto per via di una informazione sempre più fulminante che brucia i tempi degli annunci di Palazzo Chigi sul nascere, rendendo pressochè inutile se non autolesionistica la smania di parlare senza fare. Intanto la nostra economia è stagnante con una crescita minima ,un dato al quale siamo abituati da tempo e lo viviamo con una pericolosa rassegnazione.
Rassegnazione che poi si tradurrà in astensionismo in considerazione di presunte “riformette” della serie:
abolizione del Senato, delle Province, jobs acts che non solo non risolvono ma che aggravano la situazione
del Paese. E invece su quello che interessa veramente agli Italiani, il lavoro, la salute, le pensioni, la sicurezza, la ricerca, la scuola e l’ammodernamento efficiente della Pubblica Amministrazione praticamente il Governo è assente.
Ci vuole faccia a sostenere, come ha fatto il Ministro Padoan, che l’Italia non cresce per il terrorismo!
Scuse, sempre scuse eternamente scuse come formidabili assi portanti dell’immobilismo.
Perché non riformare e accorpare le Regioni (troppe e costosissime) ?
Perché non limitare lo strapotere dei Sindaci ?
Perché non c’è stata la spending review nella Pubblica Amministrazione ?
Perché stiamo svendendo quote significative di aziende storiche italiane ?
Perché creare un tetto per i compensi ai manager e ci ritroviamo un Direttore generale Rai che guadagna quanto il Presidente degli Stati Uniti d’America ?
Cento, mille perché !
E’ vero che spesso è indispensabile trovare un compromesso tra volontà politica e reali disponibilità, ma il comportamento di sopravvivenza del Governo Renzi dipende spesso da micro particelle come l’Ncd di
Alfano, come Lista Civica, come Verdini, come i Socialisti, il cui unico fine è una spartizione di potere camuffata da ”peculiare esigenza politica”; quindi il compromesso che ne esce fuori è sempre e comunque ai danni del Cittadino.
Non sono un politico , sono un analista della politica e da tale posso scrivere che le promesse non mantenute sono talmente cocenti che generano una tale sfiducia sociale che porta il Cittadino a non credere nello Stato.
Sappiamo bene in un periodo così tragico come questo, che solo la coesione sociale, la solidarietà e il credo nella “Cosa Pubblica” possono resistere alla pesante situazione economica e al terrorismo.
Immagini dal sito www.lindro.it; www.iljournal.today; www.vivalascuola.studenti.it;
di Francesco Petrucci