Tre mesi decisivi per i due marò. A Delhi si è tenuta una porta aperta
Tre mesi decisivi per i due marò. A Delhi si è tenuta una porta aperta
La decisione della Corte Suprema su Latorre è un segnale di attenzione. Ecco cosa deve succedere perché anche Girone rientri (temporaneamente) in Italia
Tre mesi decisivi, i prossimi, nella vicenda dei due marò. Oggi, mercoledì, la Corte Suprema indiana ha prolungato fino al prossimo 30 aprile la licenza di convalescenza sulla base della quale Massimiliano Latorre è attualmente in Italia. La licenza precedente sarebbe scaduta venerdì prossimo, 16 gennaio, ma il fuciliere di Marina non sarebbe comunque tornato in India, in quanto il governo italiano (che lo ha ribadito) ritiene che ogni iniziativa nuova sia stata sospesa in agosto da un ordine del Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos) di Amburgo e che dunque tutto sia congelato.
La decisione della Corte Suprema, dunque, è un segno di attenzione alle possibili evoluzioni del caso. Ma non è ancora indicativa di una volontà indiana di mettere la questione su un binario risolutivo. In parallelo – e questa è la cosa più significativa decisa mercoledì a Delhi – la Corte ha infatti convocato per il 13 aprile un’udienza durante la quale il governo indiano dovrà presentare un documento scritto su come intenda agire durante l’arbitrato chiesto dall’Italia al fine di stabilire dove debba essere tenuto il processo a Latorre e a Salvatore Girone (quest’ultimo è ancora Delhi, in libertà provvisoria).
L’avvocato dello Stato Pinki Anand ha infatti chiesto, a nome del governo, più tempo per esplicitare la posizione. È in questo periodo, tra ora e il 13 aprile, che si capiranno molte cose. In febbraio, il collegio dei cinque arbitri, già formato, inizierà a discutere la richiesta avanzata da Roma di fare trascorrere in Italia, ai due marò, il periodo durante il quale il collegio stesso discuterà su dove tenere il processo sui fatti del 15 febbraio 2012, discussione quest’ultima che andrà avanti per mesi, probabilmente fino al 2017. Entro marzo, i cinque arbitri decideranno: se la risposta sarà positiva, anche Girone rientrerà in Italia in attesa di sapere dove si terrà il processo.
È chiaro che un atteggiamento favorevole a un compromesso da parte del governo di Narendra Modi favorirebbe le richieste di Roma: l’Italia ha messo in atto una serie di iniziative diplomatiche e di pressione affinché l’India sia “incoraggiata” a prendere un atteggiamento positivo. A Delhi, si è tenuta una porta aperta.Tre mesi decisivi, i prossimi, nella vicenda dei due marò. Oggi, mercoledì, la Corte Suprema indiana ha prolungato fino al prossimo 30 aprile la licenza di convalescenza sulla base della quale Massimiliano Latorre è attualmente in Italia. La licenza precedente sarebbe scaduta venerdì prossimo, 16 gennaio, ma il fuciliere di Marina non sarebbe comunque tornato in India, in quanto il governo italiano (che lo ha ribadito) ritiene che ogni iniziativa nuova sia stata sospesa in agosto da un ordine del Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos) di Amburgo e che dunque tutto sia congelato.
La decisione della Corte Suprema, dunque, è un segno di attenzione alle possibili evoluzioni del caso. Ma non è ancora indicativa di una volontà indiana di mettere la questione su un binario risolutivo. In parallelo – e questa è la cosa più significativa decisa mercoledì a Delhi – la Corte ha infatti convocato per il 13 aprile un’udienza durante la quale il governo indiano dovrà presentare un documento scritto su come intenda agire durante l’arbitrato chiesto dall’Italia al fine di stabilire dove debba essere tenuto il processo a Latorre e a Salvatore Girone (quest’ultimo è ancora Delhi, in libertà provvisoria).
L’avvocato dello Stato Pinki Anand ha infatti chiesto, a nome del governo, più tempo per esplicitare la posizione. È in questo periodo, tra ora e il 13 aprile, che si capiranno molte cose. In febbraio, il collegio dei cinque arbitri, già formato, inizierà a discutere la richiesta avanzata da Roma di fare trascorrere in Italia, ai due marò, il periodo durante il quale il collegio stesso discuterà su dove tenere il processo sui fatti del 15 febbraio 2012, discussione quest’ultima che andrà avanti per mesi, probabilmente fino al 2017. Entro marzo, i cinque arbitri decideranno: se la risposta sarà positiva, anche Girone rientrerà in Italia in attesa di sapere dove si terrà il processo.
È chiaro che un atteggiamento favorevole a un compromesso da parte del governo di Narendra Modi favorirebbe le richieste di Roma: l’Italia ha messo in atto una serie di iniziative diplomatiche e di pressione affinché l’India sia “incoraggiata” a prendere un atteggiamento positivo. A Delhi, si è tenuta una porta aperta.
dal sito www.corriere.it