Non si dice , ma la guerra con la Libia potrebbe essere alle porte
Non si dice , ma la guerra con la Libia potrebbe essere alle porte
Considerando l’esperienza della II guerra civile del 2013 dove restammo fortunatamente alla finestra , mentre oggi vorremmo far parte insieme a Francia e a Inghilterra del trio di controllo europeo.
Intanto nei cieli nord africani sfrecciano cacciabombardieri la cui identità resta segreta significa che tutti osservano e pronti a sparare.
Le forze militari speciali presidiano il complesso petrolifero di Mellitah, di cui Eni è comproprietaria, mentre unità della nostra Marina Italiana incrociano al largo delle acque territoriali libiche. Obiettivo principale è fermare l’avanzata dello Stato Islamico. Una situazione che tiene in allerta e spaventa l’Italia con la preoccupazione che gli italiani vogliono capire come il governo Renzi intende muoversi , anche se finora il “no combat”è la frase sovrana che regna e la sicurezza dei nostri confini non è cosi sicura.
E’ stata finora perseguita la strada dell’accordo di pace sulla quale nessuno vuole dai fatti scommettere a cominciare dalle parti in guerra.
C’è una un dato storico recente e che i mezzi di comunicazione non hanno messo in risalto come meritava dove la città di Sirte è stata proclamata provincia del califfato di Al-Baghdadi e qualche anno fa è accaduto in Iraq dove le forze fedeli di Saddam Hussein sono diventate la struttura portante del nascente stato islamico sul territorio tra l’Iraq e la Siria.
Francesi e Inglesi stanno alla finestra pronti mentre L’Italia di Renzi cosa decide?
Immagine dal sito www.panorama.it