“La Costituzione nella palude”… Un testo “tuttotondo” dove non appare mai l’inflazionata parola “globalizzazione”

di | 1 Feb 2016

 

Elaborazione Immagine di Carla Morselli

Elaborazione Immagine di Carla Morselli

«Certamente, l’azione dello Stato dovrebbe essere attenta a evitare che pochi, e male, si giovino della spesa pubblica, indirizzandola verso il massimo allargamento collettivo dei suoi effetti positivi sulla domanda aggregata nazionale. Ma questa “ottimizzazione” non è stabilita a piacimento dei governi: essa, piuttosto, risponde alla superiore indicazione contenuta proprio nella Costituzione».

(Luciano Barra Caracciolo)

Da queste poche righe sul retro del libro si può ben capire come con coraggio Barra Caracciolo ha finalmente espresso una posizione netta e proposto una ricostruzione razionale fondata su basi storiche e teoriche incontrovertibili rapportandole all’economia, alleluia Hallelujah !

LA COSTITUZIONE NELLA PALUDE fronte_low

Un testo “tuttotondo” dove non appare mai l’inflazionata parola “globalizzazione” a giustificazione di tutto, dalla macroeconomia, alla micro, al sesso delle formiche africane.
Solo un solido magistrato con l’esperienza di Barra Caracciolo poteva analizzare una tematica cosi poco comprensibile.
Deduco, mi si consenta, che i testi di Gianfranco Pasquino “La Costituzione in trenta lezioni” e Vladimiro Giacchè” Costituzione italiana contro trattati europei. Il conflitto inevitabile”, siano stati per Luciano Barra Caracciolo una sorta di “stella cometa” nell’analisi dell’argomento trattato.
Il testo sembra un giallo che tratta una indagine sui Trattati internazionali al di sotto di ogni sospetto come lo stesso autore fa scrivere sulla copertina del libro.
Un opera finalmente chiara dove l’autore affronta la nostra Costituzione sotto variegati aspetti.
Ricorre costantemente l’idea dei nostri politici di “ammodernare “ la Costituzione perché superata e quindi bisognosa di adeguamento, ispirato da una cultura di governo sovranazionale.
Le tematiche affrontate dall’autore sono numerosissime, varie , intrecciate tra loro.
L’autore, esperto di trattati europei , ha messo in evidenza con chiarezza tutto ciò che non va, dal Trattato di Maastricht in poi , decifrando tutto ciò che i governanti rendono difficile ed incomprensibile, suggerendo che le iniziative di cambiamento costituzionale debbono tener presente il complesso giuridico in essere dei singoli Stati membri della Ue recepite dalle stesse direttive europee .
Un travaso travagliato e spesso contraddittorio che impedisce l’umana comprensione se non c’è un codice di trascrizione realizzato da studiosi capaci e pragmatici.
Ecco perché “La Costituzione nella palude” rappresenta un cammino culturale molto poco convenzionale e scomodo ma utile perché fornisce al lettore, anche se non ha grande cultura sui i fatti europei, un percorso dove si evidenzia l’influenza che la Costituzione stessa ha avuto sull’economia nel nostro Paese e come questo problema ha avuto il suo peso nelle istituzioni.
Da una parte se la Costituzione deve mantenere la coerenza di un impianto di norme in forma piramidale, dall’altro porta alla riflessione sul valore politico attribuibile alle rappresentazioni economiche, le quali giustificano sempre e comunque perché autoreferenziali i tentativi di cambiamento rispetto a quella fortemente voluta dai nostri Padri costituenti.
Vi è una logica spiegazione della crisi in cui l’Italia è caduta progressivamente in un contesto internazionale in pieno mutamento dove il nostro Paese dimostra incapacità a rendersi conto e purtroppo come dimostrato durante gli anni di tangentopoli ,nella vicenda Lehman Brothers e oggi con la crisi delle banche. Un fatto è certo : i trattati europei descrivono un concetto di società in conflitto con la Nostra Costituzione e con il rispetto dei diritti fondamentali da essa contenuti.
Prova ne è, la riscrittura dell’art.81 in attuazione del Fiscal Compact europeo che prevede l’obbligo del pareggio di bilancio pesante insidia ai diritti costituzionali.
Di seguito riportiamo i testi a confronto e si può ben leggere la differenza sostanziale.

ART. 81 

ART. 81 – TESTO RIVISTO

Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto

consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.

Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del

proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.

Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.

Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il

rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Il contenuto della legge di bilancio, le  norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale

Interessante è il ricorrente uso deI termine “paradigma “e serve per chiarire che al suo interno sono comprese tante teorie legate tra loro da un fattore di omogeneità che rafforza e spiega il concatenamento cronologico tra politica ed economia.
L’idea di società di uomini liberi è profondamente cambiata e il cumulo delle competenze è diventato un bene pubblico e ogni Stato composto da più comunità e territori deve affrontare il difficile tema delle compensazioni: dal garantire a chi deve sopportare sacrifici in nome di un interesse di sistema.
Senza dimenticare che il paradigma economico si propone di risolvere il problema politico per mezzo del primato della sua dottrina sul diritto e sulla politica.
Infine leggendo il libro mi ha colpito come l’autore sia riuscito a mettere da parte il ruolo di magistrato ed entrare “nella parte” dell’italiano medio inducendolo a riflettere sui argomenti difficilissimi con semplicità espressiva , ma da magistrato scrive a pagina 21 “Insomma: come può accadere che tutta una classe dirigente di un Paese possa tollerare e assecondare la illegalità più grave, quella costituzionale?
“La risposta più agevole a questo quesito di buon senso sarebbe poter dire che la violazione della legalità costituzionale non ci sia stata”.

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la precisazione dell’autore

Grazie.
Ehm, forse vi è sfuggito che il libro di Vladimiro Giacchè, mio ottimo amico, non ha costituito per me una “stella cometa” (l’altro testo non lo conosco neppure), quanto, semmai, si è verificato il contrario: occorre infatti tener conto:
a) del mio blog orizzonte48, che esiste dal 2012 (attualmente sui 4000 contatti giornalieri);
b) ancor più del mio precedente libro del 2013 “Euro e(o’) democrazia costituzionale”.
Non a caso, a conferma di quanto sopra, Giacchè non solo cita largamente tale mio primo libro nel suo (e mi ha scritto per farmelo sapere), non solo è stato suo entusiastico recensore su “Linus” dello stesso, nel 2013, ma è colui che mi ha proposto la pubblicazione de “La Costituzione nella palude” con Imprimatur.
Altro si potrebbe aggiungere sulla primogenitura, mia personale, dell’analisi economico-giuridica sulla contrarietà dei trattati alla Costituzione, ma l’importante è…saperlo (magari “frequentando” il resto del mio lavoro che, attualmente, porto nelle lezioni universitarie e che ha dato luogo già ad alcune tesi di dottorato ad esso ispirate).
Grazie e buon lavoro,

Luciano Barra Caracciolo

Biografia Luciano Barra Caracciolo
Luciano Barra Caracciolo - www-mauroscardovelli-itLuciano Barra Caracciolo, già magistrato ordinario, poi di Tar e dal 1993 consigliere di Stato, attualmente è presidente di Sezione.
Per due volte membro dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa, ha scritto libri e pubblicazioni in materia di diritto amministrativo e costituzionale; negli ultimi anni ha approfondito gli aspetti economici e fiscali dei trattati europei in relazione all’assetto socioeconomico contenuto nella Costituzione del 1948. Relativamente alla ricerca denominata “Analisi economica del diritto pubblico” cura il blog orrizzonte48, che in pochi anni ha raggiunto migliaia di contatti.

Immagini dal sito www.orizzonte48.blogspot.it; www.mauroscardovelli.it