IL DRITTO E IL ROVESCIO…
Intervista a Nino Spirlì

Folon Jean Michel : Incisione firmata : Night and day
Lei è convinto del fatto che la famiglia sia una, formata da un padre e da una madre, e che non si può sperare di proporne “una fatta meglio”, secondo le convinzioni del momento. Quindi lei ritiene le problematiche sollevate dal Ddl Cirinnà con la “Stepchild adoption” siano state frutto di una moda del momento? O abbiano solo distratto l’opinione e l’attenzione pubblica da altre questioni?
“Io ritengo che si sia tentato di portare avanti una forzatura, e parlo da omosessuale dichiarato, tranquillo e sereno che non ha mai avuto la necessità di fuggire dalla famiglia d’origine. Ma credo che proporre un “surrogato di famiglia” sia stata una forzatura: due omosessuali legati da un vincolo affettivo hanno il diritto di vedersi riconosciuti i diritti di due persone che condividono progetti e quotidianità, ma se negli ultimi cinquant’anni la sinistra ha combattuto il matrimonio definendolo “un prodotto borghese” non capisco perché – ora che si parla di quello omosessuale – sembra essere diventato un diritto assoluto.”
Perché – secondo lei – nessuno vuole ammettere che i bambini nati da un “utero in affitto” sono figli di una transazione economica che oltretutto poche persone potrebbero permettersi?
“Questo infatti è vergognoso perché lo sfruttamento dell’utero di una donna è una delle cose peggiori in assoluto. Quali donne diventerebbero fattrici a pagamento? Sicuramente donne bisognose, in situazioni di grave necessità economica, quindi sul concetto della paternità o della genitorialità omosessuale c’è qualcosa che non sta funzionando. Perché invece non si porta avanti una battaglia reale sulla possibilità di adozione dei bambini delle case famiglia o degli orfanotrofi all’estero, invece che pretendere che venga riconosciuta la “genitorialità ex novo” di un bambino nato su ordinazione e che non abbia una vita precedente da “riordinare”?. Perchè non vogliono bambini che avrebbero veramente bisogno di cancellare dolori, drammi e di poter finalmente godere di una famiglia?”

Elaborazione Immagine di Carla Morselli
In televisione abbiamo visto alcune interviste dove bambini – figli di coppie omogenitoriali – difendevano la loro famiglia ed assicuravano la normalità della loro vita. Che cosa ne pensa?
“Mi è sembrato di vedere famiglie nelle quali la coppia era benestante ed altamente scolarizzata: erano bambini che evidentemente appartenevano a fasce tutelate. Quindi sarebbe interessante sapere se quei bambini frequentano scuole statali o private, o se partecipano a programmi particolari di studio. Se vivi in un piccolo mondo elegante nei modi, nel tipo di vita, nell’organizzazione del quotidiano è chiaro che sei meno esposto rispetto a chi frequenta una scuola pubblica dove si dovrebbe indossare “una corazza” per difendere le scelte degli adulti. E questo non può funzionare. È anche presumibile che ci siano bambini che – in questo momento – la stiano prendendo quasi fosse una sorta di gioco ma non significa che lo stesso trattamento potrebbe essere garantito a tutti. Io inoltre mi pongo altre domande: come si fa ad eliminare la possibilità di un bambino di contattare, in futuro, una sorta di parentela misteriosa che non ha mai incontrato? E anche se si potesse adottare il figlio del compagno – nel caso in cui il vero genitore venisse a mancare – il bambino avrebbe ancora diritto a mantenere dei rapporti con la famiglia d’origine del genitore defunto?”
Chi sono coloro che hanno avversato la proposta di regolamentazione delle unioni Civili?
“Il pregiudizio che hanno fatto nascere nell’opinione pubblica: dal dubbio nascono i pregiudizi. Hanno spaccato in due l’opinione pubblica. Le lobby omosessuali a volte diventano sorde anche nei confronti degli omosessuali stessi. Non ci si abitua ad un cambiamento così grande da un giorno ad un altro e soprattutto non si può imporre – ad un popolo latino e mediterraneo – uno stravolgimento della propria cultura, basata sulla famiglia. Tutto quello che viene imposto dall’alto diventa una violenza che costringe ad una reazione”.
Nino Spirlì – classe 1961 – è scrittore ed autore di format TV e soggetti cine-televisivi. Inizia giovanissimo a recitare nelle rappresentazioni delle commedie e delle tragedie greco-latine. Nel 1990 è chiamato a Parigi dal “Centre Dramatique National Théâtre du Campagnol”: la collaborazione durerà fino al 1996. Nel 2000 crea il reality tv “La Fattoria” e ne cede i diritti a Rti. Dal 2001 al 2011 è autore del programma “Forum” (su Canale 5 e Rete 4). Nel 2012 esce il suo libro “Diario di una Vecchia Checca”, racconto di trent’anni di vita vissuta in modo crudo e passionale. Dal 2014 dirige SUD By Sigma TV 665 a Gioia Tauro, di cui è stato il fondatore, canale televisivo che dà spazio all’informazione, alla tutela dei diritti dei cittadini, alla valorizzazione del patrimonio artistico ed archeologico del sud, alla lotta al malaffare e alla malasanità.