AUSTRALIA SOLO ANDATA: LA MIGRAZIONE PERMANENTE DEI GIOVANI ITALIANI
di Elisa Josefina Fattori

di | 21 Apr 2016

Copertina libro - Australia - Elisa Josefina Fattori - Commenti - 350X200

“Con una base di felicità e serenità interna, che è quello che mi è arrivato in Australia e non mi è più andato via, puoi fare davvero tutto, anche impacchettare mele e pere tutto il giorno. L’Italia ti prosciuga di energie, l’Australia te ne riempie. L’Italia è passato, l’Australia è futuro.” Queste le parole della trentunenne Camilla Pivato, nel video-reportage “88 giorni (nelle farm australiane): viaggio fra sogni, speranze e pensieri dei giovani italiani in Australia” inserito nel volume “Giovani italiani in Australia. Un “viaggio” da temporaneo a permanente”. La pubblicazione, promossa dalla Fondazione Migrantes – organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana – e frutto di due anni di ricerca, è stata presentata nei giorni scorsi a Roma, nell’Auditorium “V. Bachelet” presso The Church Palace
Servono infatti 88 giorni di lavoro per ottenere il secondo visto “vacanza-lavoro” e questi “88 days” si trascorrono abitualmente nelle fattorie, in zone rurali e remote d’Australia, seguendo le stagioni della raccolta della frutta, della verdura e del cotone. Questo video-reportage testimonia l’esperienza di giovani italiani d’età compresa tra i 18 e 30 anni, che ogni anno lasciano l’Italia ed arrivano in Australia trovando meritocrazia, maggiori opportunità di lavoro, migliori condizioni economiche, reali aspettative future per se stessi e per la propria famiglia. Difatti il fenomeno non si limita a coinvolgere giovani fino ai 30 anni ma interessa anche famiglie e “over 30”.
Quali sono le caratteristiche dei protagonisti di questo volume? La tenacia, il coraggio, l’umiltà e la forza. Sono giovani che hanno rifiutato l’ immobilismo, l’inefficienza ed il tradizionalismo della società italiana e che in Australia si mettono quotidianamente alla prova attraverso sacrifici e compromessi. La cosa che li accomuna è la sensazione di non aver avuto “nulla da perdere” partendo dall’Italia e di ritrovare in Australia la capacità di credere nelle proprie possibilità.
Gli autori della pubblicazione, Michele Grigoletti e Silvia Pianelli, hanno dimostrato che i giovani italiani, trasferitisi inizialmente in Australia con l’idea di rimanervi per un breve periodo, cambiano prospettiva durante il soggiorno cercando di realizzare una migrazione definitiva attraverso la residenza permanente che aprirà loro le porte della cittadinanza australiana. Un iter che si sviluppa tra visti di “vacanza-lavoro”, visti “studenteschi” ed visti di “sponsorizzazione lavorativa”: alla scadenza del primo o del secondo visto “vacanza-lavoro” alcuni giovani decidono di trasferirsi in Nuova Zelanda per un ulteriore anno, mentre altri richiedono il visto “Student” – riservato alle persone che si dedicano alla propria formazione – per prolungare la permanenza in Australia. Il visto “lavoro temporaneo specializzato” consente invece ai datori di lavoro australiani di ricoprire, a breve-medio termine, le carenze di competenze attraverso l’assunzione di lavoratori qualificati stranieri.
Nel 2014-15 l’arrivo di italiani in Australia ha contato più di 24.000 nuove presenze suddivise in “residenti temporanei”, “residenti permanenti” e “nuovi cittadini australiani”: un moderno fenomeno migratorio che da tre anni supera il numero di italiani emigrati in Australia nel 1950-51 (i quali, secondo le statistiche del Department of Immigration, furono 19.007). L’Italia è la terza nazione europea che maggiormente utilizza il secondo visto “vacanza lavoro”, preceduta solo dai cittadini estoni ed irlandesi. Al 30 giugno 2015, i cittadini italiani che hanno ottenuto la residenza permanente rappresentano l’80,4% del totale dei visti rilasciati a nuovi arrivati, mentre sono 824 quelli che hanno ottenuto la cittadinanza australiana.

Immagine dal sito www.migrantesonline.it