Nizza, il dramma degli italiani dispersi: all’appello ne mancano ancora sei
Nizza, il dramma degli italiani dispersi: all’appello ne mancano ancora sei
Una coppia di Voghera e una di Milano non danno notizie dalla sera dell’attentato. Forse con loro una quinta persona non identificata. Una donna di Cuneo è stata vista dalla figlia salire sull’ambulanza. Poi sembra essere scomparsa nel nulla. Minuto di silenzio per le vittime: fischiato il premier Valls
ROMA – Dovrebbe essere diffusa fra poco la lista delle vittime italiane dell’attentato di Nizza del 14 luglio. Nel frattempo, tre giorni dopo la strage, la situazione resta confusa. Il nostro ministero degli Esteri fa sapere che tra irreperibili e feriti le persone coinvolte “sono una decina”. E nella città ferita dall’attentato a mezzogiorno oggi tutto si è fermato. Un minuto di silenzio nel luogo che, sommerso da fiori e candele, è diventato il memoriale dell’attentato, si è concluso la Marsigliese e il canto “Nizza la Bella”. Per l’occasione la Promenade des Anglais è stata riaperta per la prima volta dopo la tragedia e subito una marea umana l’ha invasa per l’applauso alle vittime. Fischi e invettive sono stati invece riversati dalla folla sul primo ministro francese Manuel Valls. “Buu”, “Vai a lavorare”, “assassini”, “dimissioni” gli hanno gridato, sia al suo arrivo che alla fine della cerimonia.
L’ansia è particolarmente forte per un gruppo di quattro o forse cinque amici provenienti dalla Lombardia. Le due coppie formate da Angelo D’Agostino (71 anni) e Gianna Muset (68 anni) di Voghera e da Maria Grazia Ascoli (77 anni) e Mario Casati (90 anni), di Milano, erano insieme sul Lungomare di Nizza per assistere ai fuochi d’artificio. Si ipotizza che fossero accompagnati da un quinto amico, ma senza certezza. Di loro non si hanno notizie dalla sera dell’attentato.
Misteriosa anche la sorte di Carla Gaveglio, 48 anni, di Piasco in provincia di Cuneo. Il marito e la figlia sono ricoverati all’ospedale Pasteur. La ragazza di 14 anni sostiene di aver visto la madre cosciente mentre veniva caricata su un’ambulanza. Ma ad oggi di lei non si hanno notizie, anche se l’elenco dei feriti è stato già completato. Sembra scomparsa nel nulla e il marito Pietro Massardi dal suo letto d’ospedale si è limitato a scrivere su Facebook un messaggio piuttosto sconsolato: “Grazie per tutta l’amicizia che mi avete dato”. Ventiquattr’ore prima postava: “Sono convinto di darvi presto buone notizie sicuramente con l’aiuto dei nostri angeli”. Carla Gaveglio, ha raccontato la figlia, non parlava e aveva problemi alle gambe e al bacino. Non aveva documenti né cellulare perché nell’attentato aveva perso la borsetta. “Abbiamo dato le sue fotografie all’Unità di Crisi, ma finora non c’è stato alcun risultato” spiega il marito.
Le autorità consolari di Roma continuano a ripetere di essere in attesa della lista ufficiale delle vittime da parte della Francia. Ma l’identificazione, che ha richiesto in molti casi il test del Dna, ha bisogno di tempo. Fra le autorità sanitarie di Nizza e il ministero della Giustizia di Parigi non sembra esserci concordanza su quanto tempo ci vorrà ancora per mettere fine a questi giorni di ansia.
Alcuni, fra i parenti delle vittime, non hanno ascoltato il consiglio di restare a casa e pazientare e sono andati a Nizza. “Non riusciamo più ad aspettare a casa” spiega Massimiliano, il figlio più grande di Angelo D’Agostino. “Questa attesa sta diventando un’agonia”. Stanno girando incessantemente per gli ospedali, come i due figli di Mario Casati. In nessuna struttura sanitaria è stata però segnalata la presenza delle due coppie lombarde. Il cellulare di D’Agostino si è spento subito dopo l’attentato. Quello della moglie ha squillato a vuoto per qualche ora, poi si è scaricato.
“Le operazioni di riconoscimento delle vittime dell’attentato sono delicate e complesse” prova a giustificare il console generale d’Italia a Nizza, Serena Lippi. “Le autorità francesi stanno adottando una procedura molto lunga, ma molto precisa. I corpi erano in uno stato irriconoscibile e prima di dare informazioni occorre essere sicuri”. Brucia ancora il ricordo di alcune gaffe sull’identificazione dei cadaveri commesse dopo gli attentati di Parigi a novembre. “Ogni ambasciata, con un’unità dedicata, è informata in tempo reale della situazione dei cittadini europei. E’ il minimo che dobbiamo loro” ha assicurato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault. Ma il sindaco di Piasco, arrivato a Nizza per cercare Carla Gaveglio, non sente ragioni: “E’ un fatto gravissimo che non ci sia un’autorità, un ministro, che si prenda la responsabilità di dire “identifichiamo vittime e feriti in poche ore” con tante fotografie in giro e tanti parenti arrivati in città”.
Resta ricoverato in rianimazione in un ospedale di Nizza Andrea Avagnina, 53 anni, un altro degli italiani coinvolti nell’attentato. A confermare la notizia è stato il Comune di San Michele Mondovì, nel cuneese, dove l’uomo è consigliere comunale. Ritrovata viva anche sua moglie Marinella Ravotti, infermiera di 55 anni, data inizialmente per dispersa. La donna è in coma farmacologico, ma non è in pericolo di vita. A rintracciarla è stata la figlia, corsa subito a Nizza insieme al fidanzato. Aveva il volto molto tumefatto ed è stata riconosciuta grazie agli anelli che aveva al dito. “L’hanno cercata in tutti gli ospedali senza esito” ha raccontato il sindaco di San Michele Mondovì, Domenico Michelotti. “Poi sono tornati nell’ospedale Pasteur dove era ricoverato il papà e grazie ad un medico italiano l’hanno trovata. Era praticamente nella camera accanto”.
E’ stata ritrovata invece sana e salva la famiglia dell’italo-canadese Salvatore Sermoneta. L’uomo, 55 anni, aveva in programma un tour in Europa con moglie e bimba piccola. La figlia maggiore, allarmata per la mancanza di notizie, aveva dato l’allarme. Ma loro erano al sicuro a Londra. Da Nizza non sono nemmeno passati.