IL NUOVO CINEMA RUMENO INTERVISTA ALL’ATTORE MARIUS BIZAU TESTIMONIAL DEL PROCULT FILM FESTIVAL
di Elisa Josefina Fattori
Nato nel nord della Transilvania, cresciuto al confine tra Ungheria e Serbia e nella Moldavia rumena, Marius Bizău all’età di quindici anni si trasferisce con la famiglia a Roma. Nel 2008 si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Inizia la sua carriera con i classici shakespeariani: “Amleto” per la regia di Armando Pugliese ed “Otello” per la regia di Roberto Guicciardini. Lavora in televisione collaborando con artisti del calibro di Cinzia TH Torrini, Luca Barbareschi, Giancarlo Giannini e Ricky Tognazzi. Attualmente si divide tra il set di Francesca Archibugi per le riprese della serie televisiva “Romanzo Famigliare” ed il National Theater di Londra.
Come testimonial del Procult Film Festival sei “ambasciatore” del cinema rumeno in Italia. Come presenteresti la “settima arte” rumena?
“Prima della caduta della dittatura comunista dell’89, la “settima arte” era pressappoco inesistente e quel che si poteva chiamare “Cinema” era soffocato dal controllo della dittatura e sfruttato come mezzo di propaganda. Dopo il crollo del regime il recupero della libertà d’espressione ha permesso ai maggiori talenti di rappresentare la drammatica situazione del Paese, entrando talvolta in vivace polemica con il nuovo ed ambiguo establishment.”
Quali sono i punti di forza del cinema rumeno?
“Il cinema romeno ha dimostrato nei suoi racconti un’incisività di stile ed un’ironia corrosiva che ne testimoniano la vitalità: ne sono chiari esempi film come “4mesi, 3settimane, 2giorni” di Cristian Mungiu e “Train de Vie” di Radu Mihaileanu.”
Ti sei diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” ed hai intrapreso la carriera d’attore in Italia. Perché questa scelta?
“Ho cominciato con il teatro ai tempi del liceo grazie al mio insegnante di francese, Giorgio Bausano. Era una persona molto colta ed appassionata alla letteratura e all’arte: durante i suoi laboratori mi ha trasmesso l’amore per il teatro e per la recitazione. Roma fu la “circostanza data”, o meglio “imposta”, dalla mia famiglia essendo la città in cui vivo da 18 anni. Se fossimo emigrati in altri luoghi… chissà quali sarebbero state le mie scelte!”
Il cinema italiano è in crisi?
“Non credo che il cinema italiano sia in crisi. Credo che in Italia sia in atto una grandissima crisi d’identità, di idee e soprattutto di coraggio: manca il coraggio d’investire nei giovani. Le grandi case di produzione e distribuzione preferiscono puntare sulla popolarità dei nomi, su artisti già conosciuti, saturando così il mercato cinematografico.”
Il cinema rumeno vive un periodo di sviluppo, di crisi o di stallo?
“La critica internazionale inneggia da anni al “nuovo cinema rumeno”, come testimoniano le opere dei registi Cristian Mungiu, Radu Mihaileanu, Cristi Puiu e Corneliu Porumboiu. Però sono costernato nell’affermare che in Romania non c’è comprensione né riguardo per questo cinema, forse perché troppo maturo rispetto al Paese che rappresenta. Gli artisti sono costretti a ricorrere a fondi provenienti dall’estero. La Francia ne finanzia oggi una parte consistente con il “Fonds d’aide aux coproductions avec l’Europe centrale et orientale”, istituito nel 1990 e gestito dal Centre national de la cinématographie”.
C’è qualcosa che il cinema rumeno può insegnare a quello italiano?
“Non credo ci sia qualcosa che il cinema romeno possa insegnare al cinema italiano, anche se sono due nazioni – pur diverse storicamente – molto vicine da un punto di vista culturale. Ci sono racconti romeni che in Italia non avrebbe senso girare e viceversa.”
Il film italiano ed il film rumeno che tutti – almeno una volta nella vita – dovrebbero vedere.
“Uno dei tanti film italiani che a mio avviso andrebbe visto e rivisto è decisamente “La grande guerra” di Mario Monicelli. Il film romeno che mi ha fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo è “Amintiri din epoca de Aur” (“Ricordi dell’età dell’oro”) di Hanno Höffer, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru e Razvan Marculescu.”
Un invito a seguire il ProCult Film Festival.
“Sono profondamente convinto che la Bellezza risieda nella diversità e che la Cultura sia un mezzo d’elevazione di massa per la pace nel mondo. ProCult Film Festival è nato con lo scopo di ridurre la distanza tra due popoli uniti da un legame di secondo grado di parentela.”