UNIONE EUROPEA SENZA FUTURO?
di Carla Morselli

di | 4 Nov 2016

Vignetta di Giulio Laurenzi

                      Vignetta di Giulio Laurenzi

Quale sarà il futuro dell’unione europea dopo il referendum per la Brexit? La Konrad Adenauer- De Gasperi pone questo quesito a David Mc Allister, membro del comitato direttivo della CDU tedesca e membro della Commissione per gli Affari esteri presso il Parlamento europeo e ad Angelino Alfano Presidente della Fondazione De Gasperi e Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana.

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Per il Ministro Alfano è la prima volta che ci troviamo davanti ad una sfida che non riguarda la moneta e il mercato, ma i diritti e i doveri degli immigrati. Dei due pilastri che dovrebbero sostenere l’Unione uno è quello, che attiene al mercato comune, al sistema monetario, agli accordi commerciali, l’altro riguarda i diritti e costruzione giuridica, il diritto civile, il penale, la giustizia e la sicurezza. Manca un’adeguata protezione dei confini esterni dell’Unione. La moneta e il mercato hanno garantito prosperità e pace ma ciò non è servito a costruire il popolo europeo. Alfano insiste su due principi quello di solidarietà e quello di responsabilità, il Libano e la Turchia si fanno carico di milioni di profughi mentre l’Europa si divide su numeri molto inferiori. L’Italia è frontiera esterna passaggio necessario per arrivare in Germania, l’Italia è la necessità la Germania il desiderio, la fatica dei soccorritori va di pari passo con il coraggio delle leadership di accogliere, oltre le contingenze elettorali. Popolari non populisti, mentre gli immigrati devono rispettare le regole d’ingresso- dice-non possiamo accontentare tutti ma neanche lasciare che muoiano nel mediterraneo .La crisi è durata quanto due guerre mondiali, cui si è aggiunta la crisi dei rifugiati e la crisi del terrorismo, che hanno acceso la fiamma del populismo in tutti i paesi dell’Unione Europea, ma l’Europa non è il problema semmai la soluzione, umanità e rigore verso i profughi serietà e generosità sul piani economico, responsabilità e solidarietà costruiscono la concretezza europea.
David McAllister analizza la situazione Brexit, e ricorda che i britannici sono quattro “nazioni” :gli inglesi, gli irlandesi, i gallesi e gli scozzesi.
In Scozia il 72% era a favore dell’unione europea. Io nutro ancora speranze di un ripensamento-sostiene – e spero che con la calma e la prudenza il Regno unito torni ad essere membro. Il 17 marzo 2017 sarà anche l’anniversario dei trattati di Roma e sarebbe auspicabile trovare un modello adeguato per il Regno Unito, come ne esistono per la Svizzera, la Norvegia, la Turchia. Abbiamo bisogno dei britannici come loro ne hanno di noi. Restano priorità la crescita del lavoro e la lotta alla disoccupazione giovanile, occorrono standard comuni per mantenere Shengen e sviluppare Frontex, per la collaborazione contro il terrorismo e sarebbe auspicabile un solo esercito al posto dei 28 esistenti. I cittadini aspettano progetti concreti perché l’Europa sia garanzia di pace e benessere, un progetto Erasmus per tutti, un’Europa più aperta e sovrana nella gestione delle crisi.

di Carla Morselli