NO ALL’INIMICIZIA!
di Carla Morselli

di | 1 Dic 2016

Elaborazione Immagine di Carla Morselli

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Brutto clima questo…

Si respira un’aria mefitica che impregna animi esasperati protesi allo sbranarsi reciproco.
Più povertà c’è più conflitti si verificano a livelli diversi.
Non ci dobbiamo meravigliare delle divisioni che inevitabilmente portano al terrorismo, all’intolleranza, all’odio razziale.
Perché non ritrovarsi ancora nella “Pacem in terris”a cui Papa Giovanni XXIII aveva dedicato una fondamentale quanto sentita enciclica . Responsabilità anche della Chiesa aver trascurato questa indicazione di speranza per inseguire disegni di poteri, tutt’ora in atto. Il messaggio contenuto è rimasto più una aspirazione che un reale impegno per contribuire davvero alla affermazione universale della pace.
Papa Francesco si è fatto portatore di pace sin dall’inizio del suo pontificato, muovendosi in tutte le direzioni popoli e governanti, uomini e donne di ogni condizione, a farsi costruttori di pace a difesa dei più deboli, dei poveri, dei migranti.
Incontrando i 17 nuovi cardinali che concorrono a costituire il concistoro rappresentativo di tutte le aree geografiche del mondo, ha voluto usare l’espressione “ Inimicizia “ che deve essere bandita tra gli stati, i popoli e le persone.
E’ prerogativa primaria dei cristiani combattere il male della inimicizia, da testimoniare verso tutti come scelta di vita in ogni circostanza. Questa categoria della inimicizia è come un tarlo che corrompe la vita delle società, provoca lacerazioni e contrapposizioni.
Sono cristiana e credo nel bene misericordioso di Dio ma nutro di molti dubbi sulla capacità umana di cooperare compatta per il bene comune.
Abbiamo bisogno di riferimenti positivi essenziali per cambiare !
L’Amicizia e la solidarietà è l’inizio e la fine del nostro impegno.
Basta con le divisioni , ne abbiamo le tasche piene di rabbia e vuote per l’incapacità di credo dei governanti.
E’ tutta una rissa , planetaria e nazionale.
Purtroppo ne registriamo una conferma preoccupante anche nella campagna referendaria sempre più aspra e repellente. Volano parole grosse e volgari, si minacciano sfracelli e timori spropositati e strumentali, si usano linguaggi che esasperano e strumentalizzano posizioni differenti.

di Carla Morselli