QUANTO SEI ‘BRUTTA’ ROMA QUANN’È SERA…..

Ferdinand von Kessels, Danza dei Topi, 1690
Parlare male di Roma non è certo uno sport originale. Specialmente adesso che il Campidoglio è retto dalla signora Raggi, discutibile scelta del Movimento Cinque Stelle.
Tutti sono concordi nel dire che Roma fa schifo per la immondizia sparsa ovunque (abbiamo postato foto di via Ludovisi angolo via Veneto con la monnezza straripante dai cassonetti), per il traffico caotico, per la mancanza di infrastrutture adeguate, e via enumerando.
Ma, gentile Lettore, il vostro redattore ha vissuto nella capitale per oltre 20 anni facendo la spola tra la sua abitazione situata all’Olgiata e via Veneto dove era la sede centrale dell’Iri.
Torno a Roma almeno due volte all’anno e la sensazione è quella di trovarmi in un ambiente sempre più degradato.
Capisco che per uno che da decenni vive a Washington e in altre città degli Stati Uniti il reintegrarsi metabolicamente in una realtà complessa e così diversa non sia un impegno facile.
Resta il fatto che Roma è da tempo ormai inserita in una spirale al basso coinvolgendo le infinite interrelazioni personali, al contrario di quanto accade a Milano che sta vivendo un suo Rinascimento culturale e fisico degno di grande rispetto.
Ed allora se Milano ce la fa e Roma è invece sempre più immersa in una melma di autodistruzione, vorrà dire che la responsabilità non può essere additata, come sempre si fa, solo e soltanto a carico dei responsabili della amministrazione capitolina.
Luogo comune e stantio il traffico che comunque resta pur sempre l’immagine speculare del comportamento sociale quotidiano di una popolazione.
A Roma si vive in una costante atmosfera di killeraggio all’insegna della prevaricazione dell’uno sull’altro.
Chi scrive, accompagnando la consorte nei laboratori sartoriali da un capo all’altro della capitale, ha modo ogni giorno di verificare sulla propria pelle quanto l’abitante di Roma viva in una sfera di illegalità istituzionale.
Tutto è permesso nelle disastrate strade romane.
Agli incroci più trafficati nessuno si ferma allo scattare del giallo ma prosegue ingombrando l’incrocio stesso ed impedendo alle altre auto che hanno avuto il via libera di passare.
Questo mini comportamento e’ la sostanziale dimostrazione che gli abitanti della capitale (avrete notato che non parlo solo dei romani) sono afflitti da una imperitura ignoranza delle più elementari norme di convivenza civile.
Il tutto coniugato all’insegna di un menefreghismo fondamentale che si esprime nel caratteristico: “Aho! Ma che vuoi?!”
Troppe sono le scusanti parasociologiche sparse a piene mani dai cosiddetti esperti su questo inveterato atteggiamento del tipico romano.
Resta il fatto che questa rudezza e la mancanza dei minimi connotati di cortesia sociale, un tempo era compensata dalla tradizionale bonomia dei romani.
Sarà colpa della crisi che addenta le persone, sarà colpa dell’aumento vertiginoso della popolazione automobilistica in strutture stradali obsolescenti, sarà colpa del fatto che la capitale e’ sotto schiaffo per mancanza di una efficiente amministrazione, sarà colpa di tutto quanto e qualche cosa in più: resta il fatto che Roma è una città invivibile, stile medio orientale.
E quando ci esprimiamo in termini netti parlandone con i nostri vecchi amici residenti nella capitale notiamo un mal dissimulato sentimento di fastidio come se dichiarassimo che la moglie è una poco di buono.
Roma si può vivere tranquillamente e felicemente stando nel proprio quartiere con a portata di mano il tabacchino, il fruttivendolo, la pizzeria,…
Ma se ci si avventura con la propria auto volendo andare in un altro quadrante della città i problemi da affrontare sono tanti specialmente nelle ore di punta
A meno che uno non si faccia dissanguare prendendo un taxi (ammesso che non siano in sciopero per protesta contro gli Uber e le auto a noleggio con conducente).
Centinaia di migliaia di turisti in questi giorni pre pasquali a Roma.
Un po’ disorientati, docilmente al seguito della guida con bandierina, abbacinati dalla bellezza delle vestigia romane, seriamente impensieriti quando si tratta di avventurarsi sulle strisce cancellate dei passaggi pedonali considerate da tempo un target infallibile dagli impetuosi automobilisti della capitale.
di Oscar Bartoli
Articolo pubblicato su Letter from Washington DC