LE GIOIELLERIE GIANSANTI… INTERVISTA A ROBERTO GIANSANTI
di Elisa Josefina Fattori

Elaborazione Immagine di Carla Morselli
Le gioiellerie Giansanti sono presenti a Roma da oltre 100 anni. Nei loro laboratori vengono realizzati esclusivamente gioielli fatti a mano secondo le antiche tecniche artigianali, e sono specializzati in diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri, anelli di fidanzamento, fedi nuziali, rivisitazioni di vecchi gioielli, gioielli in argento, stime e perizie. Abbiamo incontrato Roberto Giansanti – figlio di Egidio e nipote di Enrico – direttore del laboratorio orafo e gemmologico, laureato in Architettura e specializzato in gemmologia, perito in Preziosi del Tribunale Civile e Penale di Roma dal 1975 e presidente del Collegio dei periti esperti e consulenti tecnici del Lazio.
La storia delle gioiellerie Giansanti è una storia di famiglia iniziata 100 anni fa. Chi ne è stato il capostipite? E la prima gioielleria nella Capitale?
La nostra famiglia opera nel settore orafo da sempre, è difficile indicare quale dei miei antenati sia stato il precursore di questa fantastica tradizione. Mio padre Egidio Giansanti aprì negli anni ‘30 una “bottega di vendita al pubblico” in Via del Governo Vecchio, mentre precedentemente la nostra famiglia gestiva solamente laboratori orafi. Le vicissitudini della seconda guerra mondiale hanno portato alla chiusura, ma a guerra conclusa venne inaugurata la boutique a Piazza Bologna, nel 1954 in Via della Marsica e nel 1963 in Via Livorno 21 dove è tutt’ora presente.
Siete specializzati nella realizzazione di gioielli fatti a mano, secondo le tecniche artigianali. Ci parli dell’arte orafa romana, che riproducete nei vostri laboratori.
La nostra filosofia, tramandatami da mio padre e a lui dai miei nonni e bisnonni, è sempre stata la ricerca dell’estrema artigianalità, tanto da rendere ogni nostra creazione unica ed irripetibile. Oggi purtroppo l’offerta di gioielli è satura di oggetti realizzati in serie (in fabbriche generalmente estere) e commercializzati in Italia come falso “Made in Italy”. Fortunatamente c’è una crescente richiesta – non solo nel settore orafo – di oggetti artigianali realizzati secondo le antiche tecniche di lavorazione. Ogni gioiello da noi firmato è realizzato a mano da un maestro orafo, è ideato dal sottoscritto o dai miei collaboratori e sottoposto ad un esigente controllo di qualità.
Le famiglie romane importanti hanno fatto riferimento a voi da sempre. Come spiega questo interesse?
Nei nostri punti vendita l’esigenza primaria e fondamentale è la soddisfazione dei clienti e questo ci ha fatto collezionare nei decenni una vasta e fidelizzata clientela. In un settore come il nostro, la sicurezza di un referente con una storia secolare di provata affidabilità è un valore aggiunto.
La famiglia Giansanti acquista i diamanti da aziende collocate all’interno delle borse di Aversa, Londra, New York e Tel Aviv. Negli anni come sono cambiate le quotazioni di questa pietra preziosa? E gli utilizzi nell’alta gioielleria?
Negli anni la nostra azienda è riuscita a sviluppare dei canali privilegiati per l’acquisto di pietre preziose, grazie all’esperienza e serietà nelle relazioni commerciali. Il diamante – essendo un classico che non tramonta mai – oggi occupa larga parte del mercato. Negli anni è un valore stabile che, su tempi lunghi, ha rivalutazioni importanti.
Esistono, come nella moda, dei gusti e delle tendenze anche nella gioielleria?
Certamente. Negli anni si sono affacciate diverse tendenze nel settore dell’alta gioielleria che, con cadenza ciclica, si sono succedute: oro bianco, oro giallo, oro rosa, pietre di colore… potrei citarne tantissime. Ma i “classici” non tramontano mai e negli anni hanno sempre affiancato le mode del momento.
I vostri rapporti con la Chiesa e i lavori commissionati dai Papi.
La famiglia Giansanti ha lavorato per cinque Papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I (che ci aveva commissionato un pettorale mai consegnato a causa dell’improvvisa morte) e Giovanni Paolo II. Per Paolo VI furono elaborati due suggestivi ramoscelli d’ulivo in oro a sbalzo, il primo dei quali fu portato in Terra Santa dov’è tutt’ora conservato nella Cappella della Natività a Nazareth come simbolo di pace, mentre il secondo si trova in Uganda. Inoltre la nostra famiglia ha restaurato e curato personalmente il tesoro della Madonna di Pompei.
Lei, Roberto Giansanti, è uno dei massimi esperti del Tribunale di Roma per le perizie nel settore preziosi. Qual è il caso più particolare che ha periziato?
Negli anni ho fatto migliaia di perizie. Nella maggior parte dei casi si tratta di lavori molto schematici e tecnici quindi è difficile ricordare. Tuttavia ricordo con piacere un caso in cui mi fu chiesto di periziare una spilla a primo impatto anonima: la mia esperienza mi portò ad approfondire la ricerca e – utilizzando delle tecniche in uso alla polizia scientifica – riuscii a ritrovare la firma cancellata. Si rivelò essere un’antica spilla della casa americana “Tiffany & Co.” che montava un’alessandrite naturale, pietra molto rara.
E in cento anni di storia chi è stato il vostro cliente più affezionato a livello internazionale?
Una nostra caratteristica è quella di tutelare la riservatezza dei nostri clienti, e chi acquista gioielli non ha piacere ad essere menzionato. In ogni caso posso dire che nei nostri negozi sono passati attori internazionali, ambasciatori, grandi architetti di fama internazionale, principi e Tycoon orientali.
I tempi sono cambiati in seguito alla crisi economica: qual è la sua visione in merito al settore commerciale rispetto al passato?
La nostra azienda ha saputo adattarsi alle nuove esigenze della clientela ed ha affrontato questi momenti difficili nel migliore dei modi. Ma la crisi purtroppo cambia le carte in tavola e porta a fare scelte inaspettate e, dato che è stato colpito soprattutto il commercio con migliaia di attività chiuse negli ultimi anni, sicuramente le istituzioni sarebbero dovute intervenire con aiuti mirati.
A livello romano la concorrenza nel vostro settore è cambiata? E se sì in che termini?
Roma è sempre stata una città ricca di artisti, di grandi maestri orafi e gioiellieri, quindi la concorrenza è sempre altissima. Purtroppo la crisi nel settore orafo ha costretto tanti miei stimati colleghi ad abbandonare questa attività, e me ne dispiace molto.
Se oggi delle persone decidessero d’intraprendere la vostra professione quali consigli dareste?
Il mio consiglio principale è di farlo con passione, perché l’amore per il proprio mestiere è il motore di ogni attività vincente. Entrando nello specifico consiglierei di specializzarsi in attività artigianali per tramandare una tradizione che altrimenti andrà persa, nella quale anche in futuro si potranno avere ottime possibilità d’impiego.
di Elisa Josefina Fattori