“ANNATEVENE TUTTI VIA TUTTI!”
Narrano le storie del tempo che alla fine della Seconda guerra mondiale lungo i muraglioni del Lungotevere di Roma comparve una scritta che diceva “annatevene via tutti, lasciatece piagne da soli”. La liberazione dai tedeschi aveva prodotto un giorno di allegria per la pace finalmente ritrovata, ma un seguito di povertà e fame che rispetto al periodo dell’occupazione nazista aveva solo i vantaggi della fine dell’incubo dei bombardamenti e dell’assenza della paura di essere deportati. La ritrovata libertà non aveva dato ancora i suoi frutti. E con la scritta su Lungotevere i romani volevano comunicare che avrebbero preferito non solo fare a meno degli occupanti ma anche dei liberatori, per avere almeno la consolazione di rimanere soli nella propria disperazione.
Ora può sembrare eccessivo riesumare quella scritta. Ma di fronte alla polemica scoppiata tra la Regione Lazio e il Comune di Roma, tra il Partito Democratico della Pisana e i grillini del Campidoglio, tra il presidente Nicola Zingaretti e la sindaca Virginia Raggi, per l’emergenza rifiuti della Capitale appare addirittura doveroso lanciare “l’annatevene tutti” senza distinzioni di sorta tra gli occupanti di prima e i liberatori di adesso. Cioè tra i democrats che hanno governato per alcuni decenni Roma trasformando il problema dei rifiuti in una questione irrisolta che condanna la città alla sporcizia e al degrado. E gli esponenti del Movimento Cinque Stelle che dopo aver occupato il Campidoglio hanno lanciato l’ambizioso e avveniristico progetto della raccolta differenziata al 70 per cento, ma nel frattempo rifiutano di ammettere che in attesa dell’utopia l’Urbe trabocca di immondizia non raccolta.
Si può fare una qualche distinzione tra chi ha provocato il disastro e chi per ottusità ideologica si rifiuta di contenerne in qualche modo le conseguenze? La risposta è scontata. Agli occhi dei romani non c’è differenza tra i responsabili del disastro e gli irresponsabili che non lo sanno affrontare.
“Annatevene tutti via tutti!”. Prima che dopo i pianti non seguano i calci nel sedere!
Immagine dal sito www.Habitat.it
di Arturo Diaconale