Cercando Gloria

di | 16 Giu 2017

Cercando Gloria

La vicenda di Gloria Trevisan e del suo fidanzato Marco Gottardi, dispersi a Londra nell’incendio della Grenfell Tower, è davvero triste. Lascia attoniti. Innesca reazioni viscerali che sono comprensibili perché ci ricordano che partecipare al dolore di qualcuno è un gesto che unisce e che fa comunità ed è edificante in assoluto, gratificante per chi lo fa e anche, se fosse possibile davvero, minimamente consolatorio per chi in queste ore si dispera per il compiersi dell’irreparabile.

La comprensibile, addolorata reazione del padre di Gloria, che dice che tutto questo non sarebbe successo se qui le avessero offerto un lavoro serio, va accettata per quello che è: lo sfogo di un uomo distrutto dal dolore. La scelta professionale della figlia, forse, è stata obbligata, ma viviamo tempi in cui certe scelte si fanno con molta più facilità e in ambito familiare vengono vissute come separazioni dolorose, ma spesso sono necessarie per chi segue un percorso di crescita personale e professionale.

Chi riprende il discorso per lamentarsi della situazione italiana può avere le sue ragioni o meno, non dovrebbe però dimenticare, a mio parere, che ci sono mille altre occasioni più adatte per dirlo. Lasciamo parlare il dolore dei congiunti e riflettiamo sull’opportunità di usare qualunque evento come strumento per fare politica, perché alla fine di questo si tratta. E restare umani significa anche fermarsi un passo prima.

di Pancrazio Anfuso

Articolo pubblicato su postpank

Immagine dal sito www.repubblica.it