GIANCARLO VITALI. Time Out
GIANCARLO VITALI. Time Out
Un grande progetto espositivo su più sedi che ha il suo cuore a Palazzo Reale con la prima grande antologica di un maestro del Novecento italiano, Giancarlo Vitali, per proseguire al Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale e Casa del Manzoni.
Curato da Velasco Vitali, figlio di Giancarlo, il progetto coinvolge le quattro sedi espositive milanesi dando a ciascuna il compito di raccontare la poetica di Vitali da un punto di vista differente, attraverso dipinti, disegni, incisioni e un’installazione.
“Time Out” è il tempo della pittura di Giancarlo Vitali anche da un punto di vista storico-artistico. La sua è una posizione che è sempre stata e trovata fuori dal coro e che l’ha collocato tra gli outsider del sistema dell’arte, e, sempre consapevole della storia da cui la sua pittura proviene, e al tempo stesso indifferente alle sirene delle mode, Vitali per settant’anni ha avuto come unico fine e scopo quello di dipingere.
Il senso della sua identità di artista va ricercato nel territorio in cui ha vissuto e lavorato. Nato a Bellano sul lago di Como ottantasette anni fa, Vitali è orgogliosamente e ostinatamente locale, ed è proprio questa l’origine della sua universalità di artista. Autodidatta per necessità – rinuncia a una borsa di studio all’Accademia di Brera per l’impossibilità di mantenersi fuori casa – Giancarlo Vitali approfondisce la conoscenza dei pittori della generazione nata a cavallo del Novecento: nel percorso espositivo di Palazzo Reale, infatti, una sala è dedicata proprio al dialogo con il De Chirico metafisico e degli autoritratti, il Carrà trascendente e primitivo, il De Pisis delle marine stranianti e dei pesci evanescenti, il Sironi del Ritratto di Carlo Carvaglio e poi ancora con Badodi e Pirandello.
Le influenze di questi artisti sul suo lavoro rientrano però in una semplice, seppur sincera, ammirazione, mentre i riferimenti più profondi, i fari della sua indipendenza Vitali li ritrova in Goya e Velàzquez, in Rembrandt e nella pittura del Seicento lombardo o in un pittore ugualmente appartato come Ensor.
Il segno distintivo della pittura di Vitali comincia a configurarsi a metà degli anni Cinquanta. Una lingua che, con un tratto rapido e sintetico, si concentra sulla figura umana per descrivere un mondo intimo, familiare e popolare: l’artista ritrae amici, contadini, artigiani, la gente e le scene comuni. Anche il mondo naturale rientra nei suoi dipinti quale testimone di verità: nature morte, scene quotidiane, fiori, ma anche il mondo animale.
La svolta della vita artistica di Vitali avviene nel 1983 con la “scoperta” da parte di Giovanni Testori, con il quale stringe un sodalizio e un’amicizia profonda che dura sino alla morte dello scrittore avvenuta nel 1993. Di Testori sono anche i ritratti, presenti in mostra, dove l’analisi introspettiva e la forza espressiva della composizione sono la testimonianza di due caratteri forti ed eversivi e di un sodalizio stretto in nome dell’arte.
Nascono in quegli anni i dipinti dedicati alle carni e agli animali macellati, come il celebre “Trittico del toro”, a cui Testori dedica tre poesie. In questi anni, il suo segno diventa potente, i dipinti sono pieni, la materia è ricca, quasi non separa le figure dallo sfondo, ma tutto è parte di una complessità racchiusa in un impasto denso nel quale sembra essere la materia e il colore a modellare i volumi.
Dopo l’incontro con Testori, il lavoro di Giancarlo Vitali viene conosciuto attraverso esposizioni in importanti spazi pubblici. In questo periodo molti altri intellettuali e scrittori italiani si interessano profondamente alla sua arte. Tra questi Carlo Bertelli, Mario Botta, Tonino Guerra, Franco Loi, Vittorio Sgarbi, Antonio Tabucchi, Marco Vallora e il bellanese Andrea Vitali.
Negli anni Ottanta ha inizio anche l’attività grafica di Giancarlo Vitali. Nato tardi come incisore, Giancarlo Vitali si dedica però instancabilmente a questa forma espressiva con grande fortuna critica. Risale al 1994 il primo catalogo ragionato della sua opera incisa (1980-1993) realizzato in occasione della mostra organizzata dalle Raccolte Civiche “Bertarelli” del Castello Sforzesco.
Nel percorso di mostra a Palazzo Reale, la presenza dell’artista è testimoniata in un breve film, della durata di 20 minuti circa, girato con l’artista nel suo studio a Bellano, realizzato nel marzo 2017 da Francesco Clerici e prodotto da ArchiViVitali.
Milano, Palazzo Reale
dal 05 Luglio 2017 AL 24 Settembre 2017
dal sito www.palazzorealemilano.it