Elezioni 2019: i deputati aprono a una circoscrizione paneuropea dopo la Brexit
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Elezioni 2019: i deputati aprono a una circoscrizione paneuropea dopo la Brexit
La commissione Affari costituzionali ha adottato oggi una proposta sulla ridistribuzione dei seggi del Regno Unito dopo la Brexit: riduzione a 705 del numero di deputati eletti al PE, 46 seggi in riserva per liste paneuropee e allargamento, ridistribuzione di 27 seggi a 14 paesi sottorappresentati.
Una proposta sulla ridistribuzione dei seggi al Parlamento, votata martedì dalla commissione Affari costituzionali, propone di ridurre il numero dei deputati eletti da 751 a 705 e tenere in riserva 46 dei 73 seggi del Regno Unito, liberati dopo la sua uscita dall’Unione.
Questi 46 seggi potranno allora essere assegnati a nuovi paesi che raggiungano l’Unione europea e/o a liste elettorali europee transnazionali, mentre i 27 seggi restanti saranno ripartiti tra 14 altri paesi UE al momento leggermente sotto rappresentati.
La proposta è stata adottata con 21 voti a favore, 4 contrari e nessuna astensione.
Liste elettorali transnazionali
La commissione Affari costituzionali ha deciso che il numero di deputati europei eletti in futuro in una circoscrizione elettorale europea dovranno corrispondere al numero dei paesi dell’UE, appena la riforma in corso della legislazione elettorale dell’unione lo permetterà. Sedici seggi saranno “riservati” in caso di un futuro allargamento.
Secondo i deputati, l’introduzione di una circoscrizione transnazionale rafforzerà la nozione di cittadinanza europea e il carattere europeo delle elezioni legislative.
Il completamento dell’iter della legge elettorale necessiterà una decisione unanime dei Ministri del Consiglio UE e la ratifica da parte di tutti gli Stati membri.
Nuova ripartizione dei seggi tra i 27 Stati membri
Secondo i deputati della commissione AFCO, i 27 seggi britannici restanti dovrebbero essere ridistribuiti tra 14 paesi dell’UE che sono leggermente sottorappresentati, per eliminare le attuali ineguaglianze per ciò che riguarda la loro rappresentatività al Parlamento europeo.
I deputati sottolineano che questa proposta di distribuzione si applicherebbe solo in caso di reale abbandono dell’UE da parte del Regno Unito; in caso contrario, resteranno in vigore le disposizioni attuali.
Brexit e Irlanda del Nord
Anche se la Brexit provocherebbe l’uscita dell’Irlanda del Nord dall’Unione, i deputati sottolineano che i suoi cittadini avrebbero comunque diritto alla cittadinanza irlandese e dunque europea, in virtù dell’Accordo del Venerdì Santo.
Prossime tappe
Quando l’iniziativa legislativa sarà stata adottata dalla Plenaria del Parlamento europeo, verrà sottoposta al Consiglio europeo (capi di Stato e governo dell’UE) per una decisione all’unanimità, poi un voto finale (si/no) al Parlamento.
Il voto in Plenaria è previsto per la sessione di febbraio 2018 a Strasburgo.
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Da sapere
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Conformemente all’art. 14, par. 2 del trattato sull’Unione europea, il numero di membri del Parlamento europeo non può eccedere i 750, più il Presidente. Prevede egualmente che la rappresentanza sia degressivamente proporzionale, con una soglia minima di 6 deputati per Stato membro, e che non siano attribuiti ad alcuno stato più di 96 seggi.
Secondo il principio della “proporzionalità degressiva”, il rapporto tra la popolazione e il numero di seggi di ciascuno Stato membro deve variare in funzione della rispettiva popolazione, in modo che ciascun deputato di uno Stato membro più popolato rappresenti più cittadini rispetto al collega eletto in uno Stato membro meno popolato e viceversa.
Ciò implica che i paesi con una popolazione più elevata hanno più seggi rispetto ai paesi di dimensioni minori, ma questi ultimi ottengono un numero di seggi superiore a quello che avrebbero sotto il profilo puramente proporzionale.
dal sito www.europarl.europa.eu