“I padroni della Terra”, 88 milioni di ettari sono stati accaparrati in 18 anni nel mondo

di | 1 Mag 2018

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“I padroni della Terra”, 88 milioni di ettari sono stati accaparrati in 18 anni nel mondo

Responsabili alcuni Stati, gruppi finanziari e aziende multinazionali o società immobiliari. E’ il “land grabbing”. Il dossier della FOCSIV sulle espropriazioni nelle comunità rurali di mezzo mondo realizzaco con la Coldiretti. Un fenomeno che genera nuove povertà, iniquità e che calpesta diritti. I casi dell’Ecuador e del Myanmar

ROMA – E’ il primo Rapporto, in 5 capitoli, presentato a Bari al Villaggio dei Contadini, sul cosiddetto fenomeno del “Land grabbing”, prodotto da FOCSIV – la Federazione degli Organismi Cristiani Internazionale di Volontario, di cui fanno parte 82 associazioni che operano in oltre 80 paesi del mondo – e realizzato in collaborazione con la Coldiretti. Dagli inizi di questo Millennio, il fenomeno dell’accaparramento progressivo di terre fertili è andato in crescendo a danno delle comunità rurali locali. Responsabili sono alcuni Stati, gruppi e aziende multinazionali, società finanziarie ed immobiliari che in questi anni hanno acquistato o affittato 88 milioni di ettari di terre, in ogni parte del mondo: un’estensione pari a 8 volte la grandezza dell’intero Portogallo o tre volte quella dell’Ecuador.

Obiettivi: colture alimentari e biocarburanti. La maggior parte dei contratti conclusi, trasnazionali e nazionali, riguardano gli investimenti in agricoltura, ripartiti in colture alimentari e produzioni di biocarburanti, a seguire lo sfruttamento delle foreste e la realizzazione delle aree industriali o turistiche. Tra i primi 10 paesi maggiori investitori oltre agli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Olanda, vi sono quelli emergenti come la Cina, l’India ed il Brasile, ma lo sono anche paesi petroliferi come gli Emirati Arabi Uniti oppure la Malesia, Singapore ed il Liechtenstein, che spesso si prestano come piattaforme offshore ad operazioni finanziarie per le aziende multinazionali internazionali.

Dove il fenomeno è più evidente. La situazione è più evidente nel caso delle Bermuda, delle Isole Vergini, delle Mauritius, delle Isole Cayman, che offrono condizioni finanziarie e fiscali estremamente vantaggiose per attrarre i capitali degli operatori internazionali ed è qui che transitano flussi di denaro di Paesi terzi, che vengono investiti anche in acquisti e affitti di terre nel mondo. Ad esempio, le Mauritius contano 13 contratti pari a 423 mila ettari di terra concentrati soprattutto in Mozambico e Zimbabwe.

L’attenzione speciale per i Paesi più poveri. Al contrario, tra i primi 10 paesi oggetto degli investimenti vi sono, soprattutto, i paesi impoveriti dell’Africa, come la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan, il Mozambico, la Repubblica del Congo Brazaville e la Liberia, mentre in Asia il paese più coinvolto è la Papua Nuova Guinea, ma non mancano paesi emergenti come il Brasile e l’Indonesia ed in Europa la Federazione Russa e l’Ucraina. Anche l’Italia ha investito su un milione e 100 mila ettari con 30 contratti in 13 Stati, la maggior parte dei quali sono stati effettuati in alcuni paesi africani ed in Romania; in generale le imprese italiane investono principalmente nell’agroindustria e nel settore energetico, in particolare biocombustibili.

L’ “estrattivismo” denunciato da Papa Francesco. “Da alcuni anni – dice Gianfranco Cattai, presidente di FOCSIV – i diversi Organismi della Federazione ci segnalano come in tante parti del mondo vi sia la moltiplicazione di casi di interventi esterni, di governi e imprese, che cercano di accaparrarsi le risorse essenziali per la vita delle popolazioni. In America Latina si è coniato un termine che sintetizza l’azione del land grabbing e di alcune operazioni ad esso collegate: lo chiamano “estrattivismo”. Termine utilizzato anche da Papa Francesco per indicare il comportamento di governi e aziende che estraggono – appunto – risorse strategiche per il mercato internazionale: petrolio, idrocarburi, specie vegetali ed animali, nuovi metalli essenziali per la produzione di tecnologie, ma anche beni essenziali ed universali come terra ed acqua”

Il ruolo di FOCSIV. La Federazione degli organismi di volontariato assieme a CIDSE, l’alleanza delle ONG cattoliche internazionali per lo sviluppo sostenibile, è impegnata per l’introduzione di norme e politiche a difesa e per la crescita del potere delle comunità locali. In sostanza si chiede alle istituzioni e a tutti i soggetti coinvolti, più responsabilità e una reale trasformazione dei modelli di produzione e consumo che oggi guidano l’estrattivismo e l’accaparramento delle risorse naturali. C’è bisogno – sostiene FOCSIV – di creare reti di collaborazione, come quella da quattro anni stretta con Coldiretti, per accrescere il potere delle comunità di far valere i diritti di chi lavora la terra, in Italia e nel resto del mondo.

L’idea di “prendere con la forza”. “Inseguendo la parola ‘grabbing’ – si legge all’inizio del Rapporto, in un brano scritto da Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti – aldilà della sua accezione più immediata, che è quella di ‘prendere’, ‘impadronirsi’, si scopre che essa appare nella lingua inglese più o meno durante l’età di Shakespeare, all’epoca del sorgere della grande potenza imperiale inglese, e che da subito sta a significare “prendere con la forza. Circa duecentocinquanta anni più tardi, in piena epoca vittoriana – si legge ancora nell’introduzione di Moncalvo – al tempo dell’espansione globale dell’Inghilterra, il significato prende una nuova sfumatura, legandosi all’idea di “ottenere qualcosa con metodi privi di scrupoli”.

Un fenomeno che genera nuove povertà. Ecco, “I padroni della Terra” affronta questa annosa questione dell’acquisizione, sempre più frequente, delle terre coltivabili, quelle fertili, seguendo la logica dell’estrarre, usare e consumare più risorse possibili, senza tener conto delle ricadute ambientali, umane e di sostenibilità, un fenomeno che sta generando nuove povertà ed iniquità, che calpesta i diritti dei più vulnerabili, che impoverisce ed esaurisce le risorse, soprattutto quelle non rinnovabili. Una denuncia, dunque, ed un invito ad una riflessione su quanto sta accadendo in ogni parte del mondo: l’applicazione di un modello di produzione e consumo, che s’impossessa di risorse per sfruttarle senza riguardo delle comunità locali, in nome di interessi assai rilevanti. Il dossier fa poi il punto sulla normativa internazionale presente in materia di promozione del diritto dei contadini alla terra, ed entra nel merito di due casi rilevanti di land grabbing in atto in Ecuador e in Myanmar.

Almeno 200 omicidi dei difensori delle proprietà e dell’ambiente. Dal rapporto emerge un dato incontrovertibile e cioè che il fenomeno coinvolge gran parte dei Paesi del Sud del mondo. I paesi dove le acquisizioni sono più frequenti, i Paesi target, insomma, sono spesso vittime di guerre e di morti, in nome della difesa della proprietà terriera nelle piccole comunità rurali e indigene. Un dato impressionante ed inequivocabile, pubblicato da Global Witness nel luglio 2017 – si sottolinea nel rapporto di Focsiv e Coldiretti – denuncia almeno 200 omicidi in 24 paesi diversi e migliaia di persone espulse e imprigionate per difendere la proprietà terriera e l’ambiente.

Devastazioni, povertà, migrazioni, fughe verso le città. Le vittime del land grabbing sono di due categorie: da un lato, i tutti piccoli coltivatori in possesso o meno di terra; dall’altro, con notevole frequenza, ci sono le minoranze etniche o religiose, o comunque di gruppi sociali ‘deboli’. Quanto agli esiti di queste operazioni di spossessamento, si assiste spessissimo solo a devastazioni ambientali, a flussi migratori o a fughe verso le città, profughi interni o che chiedono protezione in altri Paesi, in ogni caso si assiste ad una accentuazione delle condizioni di povertà. Anche i Paesi in cui tutto ciò prende piede hanno in comune alcune caratteristiche di fondo: sono di recentissima formazione, sono spesso ex colonie disegnate sulla carta geografica, risultato delle spartizioni dei possedimenti di Stati del Nord del mondo; hanno deboli strutture statali e fragili istituzioni democrazie; in molti casi sono da poco riemersi (se non ancora immersi) da lunghi periodi di guerra civile; in ogni caso, sono nazioni guidate da classi dirigenti fragili e corrotte.

I casi dell’Ecuador e del Myanmar. Più in particolare, questa prima edizione del rapporto di Focsiv analizza le tendenze dell’accaparramento grazie al database Land Matrix e di due casi specifici relativivi all’Ecuador e al Myanmar. Non entra però nel merito dei costi e dei benefici del land grabbing, piuttosto è chiaramente un testo che ribadisce e definisce la posizione della FOCSIV: quella di essere a fianco delle comunità più povere e vulnerabili e a chi viene espropriato del diritto al cibo e ad una vita dignitosa. Aderendo così all’invito di Papa Francesco a condividere con i movimenti popolari la lotta per i tre diritti umani fondamentali: terra, casa e lavoro. È, soprattutto, un accrescere il proprio impegno condiviso con CIDSE, l’alleanza delle ONG cattoliche internazionali per lo sviluppo sostenibile, affinché siano introdotte norme e politiche a difesa e per la crescita del potere decisionale delle comunità. Lo scopo è quello di vigilare sulle pratiche che i governi, le imprese nazioni ed estere attuano localmente.

Il contributo con un SMS. Fino al 6 maggio con un SMS da cellulare o con una telefonata da rete fissa al 45589, si potrà sostenere un unico grande progetto con un intervento in Italia e in 39 Paesi nel mondo, in difesa di chi lavora la terra. In particolare, Campi Ri-Aperti , l’intervento italiano formativo di Casa Scalabrini 634, programma ASCS Onlus e Kairos Cooperativa Sociale, che permette ai giovani rifugiati e richiedenti asilo di accedere ad un’esperienza di lavoro nell’agricoltura. Una vera e propria opportunità per ricostruirsi una vita dignitosa ed autonoma.

dal sito www.repubblica.it