“PREMIER IN SLOW CONSTRUCTION”
ALLA RICERCA DI NEMO…

Mimmo Paladino, Mathematica2
In questa tornata elettorale di inizio anno il Governo ha perso.
Il risultato complessivo delle elezioni regionali porta a immediate considerazioni.
Le conseguenze del voto non potranno non incidere sul Partito Democratico, sul Movimento Cinque Stelle (in caduta libera) e sull’intero governo guidato da Giuseppe Conte, avvocato di professione e premier d’occasione.
Il risultato positivo dell’Emilia non è dovuto all’impegno del Partito Democratico ma del suo contrario. Il Pd si è nascosto dietro il governatore uscente (e qui il marchiano errore di un agitato Salvini e dei suoi discutibili eccessi che hanno nascosto la debole candidata Bergonzoni). Di Salvini possiamo prevedere che non gli sarà mai concesso di governare a meno che la Lega non esprima, a brevissimo, un segretario a misura di confronto e senza eccessi che possa abilmente inquadrare i ruoli della Meloni e di quel che resta di Forza Italia.
L’Italia ha bisogno di una Destra liberale non di una Destra esasperata ed esasperante.
E sul Partito democratico bisogna dire che c’era e c’è la consapevolezza che il suo simbolo Pd, non è più incitante, sarebbe stato un limite insuperabile per il candidato della Sinistra.
Non si può negare che l’organizzazione del tradizionale Riformismo emiliano si è messo al servizio di Bonaccini con il solo ruolo della sussistenza d’apparato, confortato però dall’ossigeno fresco del Movimento delle Sardine.
In parole meno “sociologiche” il Pd in Emilia va verso un modello di Sinistra radicale lontano da schemi governativi promiscui. Infatti per il Pd non si prospettano tempi tranquilli. Il risultato elettorale lo spinge a rincorrere Sardine e condizionamenti correntizi interni ed esterni (vedi Renzi e Calenda). Nell’immaginare le conseguenze di tale rincorsa si accentueranno le tensioni e le nuove fratture con le componenti più riformiste.
Per non parlare dei drammi del Movimento Cinque Stelle, maggior partito della coalizione del Governo nazionale di fatto ormai evaporato e in mano a chissà chi…
Le inquietudini della Sinistra e del Movimento Cinque Stelle non saranno in grado di far sfiduciare Conte, già in avanzate difficoltà, ma con il suo aplomb di leader improvvisato gli scivola tutto …
Un Premier valido per Governi sia con Lega e che con Pd, direi ecumenico …
Nella nota azienda multinazionale svedese vendono dei mobili ma li devi montare seguendo le non proprio chiare istruzioni, ecco Conte nasce da un assemblaggio da Presidente del Consiglio come “supercazzola con scappellamento a destra” (dal film Amici miei ) per passare “a scappellamento a sinistra “.
Non ci si può improvvisare leader senza peculiari condizioni di formazione, preparazione e consensi perché si finisce poi per andare ad un‘ isola dei famosi o al cantante mascherato di lady confetta Carlucci. La meraviglia è come il Pd possa fare affidamento su cotanto trasformismo …
Del resto gli esegeti del buon mercato sono spesso dei trasformisti con il pallino del potere e nel Pd ce ne sono e particolarmente attenti alla rimanenza dei consigli di amministrazione da rinnovare… e altri rancorosi personaggi fregati dai loro stessi famigli.
L’ultimo risibile slogan Pd “con Conte per la svolta” è inverosimile per la spregiudicatezza letteraria di chi pensa di potersi rigenerare …Tutti a scuola politica di Casini?
Il Pd avrebbe bisogno di essere rifondato da Uomini dotati di una visione politica che guardi lontano, capaci e con esperienza. L’essere contenitore di variopinte figure non lo porterà lontano.
Il tempo della novità del “Partito delle Autonomie” è finito e sono rimasti protagonismi senza seguito.
Dopo le elezioni di Emilia e Calabria e tra qualche mese altre regioni al voto, la svolta o rifondazione del Pd, nonostante la biascicata annunciazione, ancora è in alto mare.
Sullo sfondo incombe la elezione fra due anni del Presidente della Repubblica e intanto il Paese non si riprende… Anzi si va verso un irresistibile declino del Sud del Paese, dove mai potevamo pensare che un partito come la Lega potesse affermarsi così tanto!
Purtroppo manca un progetto politico complessivo per il Paese, nessuna fazione governativa o d’opposizione si è fatta carico della responsabilità di essere al servizio della comunità intera e non solo di quella votante. In particolare nel Partito democratico il ruolo propulsivo dei cattolici è irrilevante, tanto più se si considera la deriva radicale per compiacere l’alleato grillino.
Francamente dal pio Franceschini ci si aspettava ben altro… Ad esempio l’applicazione dei principi della solidarietà e della sussidiarietà nel disperato comparto del lavoro.
Esempio: per l’ex Ilva perché non facilitare una cooperativa dei lavoratori interni con un contributo iniziale di due anni?
Il mondo cattolico è come stordito dalla confusione politica e dalla situazione di non chiarezza dei vertici della Santa Sede (ormai non più rilevanti come prima nella politica italiana ed estera ) su argomenti annunciati e mai definiti: riammissione dei divorziati e separati, il riordino degli Ordini, la normalizzazione delle finanze.
In sintesi, il Pd non parla da anni il linguaggio della sinistra, si è perso dietro le congetture di Bettini e la sgangherata bonomia di una chiacchierona segreteria nazionale.
Una delle ragioni delle riserve di Draghi per scendere in politica (come diceva Monti, poi scomparso nel pozzo dell’oblio) è l’inaffidabilità di queste fazioni, anche perché non vuole confondersi (e fa bene) con l’Avvocato Conte… E ci augureremmo espressioni di valore oltre Draghi come il Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia o il Governatore di Banca Italia Visco. I prossimi scenari saranno molto difficili: soluzioni sociali e materiali per il Paese (lavoro ed economia) un rinato bipolarismo, la Riforma elettorale, della Giustizia e, una politica estera efficace e soprattuto l’elezione del Presidente della Repubblica (anche se spereremmo in una conferma di Mattarella ).
Se son rose fioriranno…
di Francesco Petrucci