ARGENTINA, PROSPETTIVE NERE
di Lisa del Grande
L’Argentina è una nazione che per la sua collocazione geografica rappresenta un crocevia culturale il cui fuoco è alimentato non solamente dalla contaminazione italiana ma anche dalle culture dei vari paesi confinanti che le danno quel “quid” di unico e straordinario.
Attualmente il paese sta attraversando una fase di grande incertezza dovuta alla situazione economico finanziaria ereditata dall’ex governo “Cambiemos” il cui Presidente Mauricio Macri adottava una politica neoliberista poco compatibile con la realtà dell’Argentina, i cui principi sono profondamente radicati nelle sue strutture sociali.
La politica adottata dal governo uscente eliminando i controlli sul capitale che inibivano l’acquisto di valuta estera, finiva per perdere il controllo sui prezzi, determinando così una ascesa dell’inflazione del 33% solamente nell’anno 2019.
L’inflazione inarrestabile degli ultimi mesi si convertiva in recessione economica, dovuta perlopiù anche all’aumento del tasso di disoccupazione che dal 7,3 % degli utimi anni saliva all’8,3%. Una buona percentuale di occupati sia nel settore pubblico che privato veniva licenziata in tronco e senza motivo con l’accusa di essere ex militanti politici di sinistra.
Dunque le manovre macriste di aprire il libero scambio con l’Europa e gli Stati Uniti se da un lato fornivano la possibilità all’Argentina di tornare sul mercato dei Bond internazionali dall’altro si rivelavano fallimentari poichè in contraddizione con l’aumento dei tassi di interesse statunitensi con conseguente fuga dei capitali fuori dal paese.
Inoltre la richiesta di un ulteriore prestito al Fondo Monetario Internazionale finiva per mettere in ginocchio l’economia del paese per il prossimo centennio, lasciando in eredità all’attuale governo una difficile gestione politico economica e finanziaria.
A fine 2019 il Senato della Repubblica Argentina ha votato una serie di provvedimenti per affrontare le gravi condizioni in cui versa oggi l’economia argentina.
Veniva dichiarato uno “stato di emergenza pubblica” fino al 31 dicembre del 2020 consegnando nelle mani dell’attuale governo gli strumenti atti a sanarlo.
Dunque una significativa vittoria per la presidenza di Alberto Fernadez, attuale Presidente, insediatosi ufficialmente il 10 dicembre 2020, dopo aver sconfitto, in prima battuta alle elezioni presidenziali, Maurizio Macri di evidenti tendenze liberali.
Tra le misure approvate dal Senato troviamo l’aumento delle tasse per alcuni settori della classe sociale medio- alta, incentivi fiscali per stimolare il sistema produttivo e riduzioni delle imposte alle classi più disagiate che hanno potuto godere del “si” di 41 senatori mentre 23 hanno voltato contro, 12 gli astenuti.
Fernadez ha dichiarato recentemente che l’Argentina vive uno stato di default virtuale , come se ci fosse stato un salto indietro di 15 anni in termini economici.
Secondo le stime ufficiali, il 40% della popolazione argentina vive in condizioni di assoluta povertà.
La Casa Rosada dovrà chiedere al Fondo Monetario Internazionale di rivedere il prestito- concesso -di 57 milioni di dollari attraverso un piano di ristrutturazione del proprio debito.
L’immediato futuro della presidenza Fernandez è appeso ad un filo sottilissimo, che potrebbe spezzarsi da un giorno all’altro.
Il Paese rischia un tracollo economico così pesante da esserne travolto.
Immagine dal sito www.investireoggi.it
di Lisa del Grande