UN GRANDE PAESE SOSPESO…

di | 1 Apr 2020

Mai dire mai! Chi se l’aspettava che il Governo italiano si trovasse ad affrontare una emergenza così drammatica e pericolosa come quella del coronavirus.
Si parte dalla deduzione emotiva della necessità assoluta di non far mancare il massimo appoggio a Giuseppe Conte in questa “ora buia”, che per essere superata, ha necessità dell’impegno di tutti senza alcuna forma di contestazione o disaccordo. Al contrario potrebbero diventare atti di vero e proprio attentato alla sicurezza pubblica.
Si può discutere se l’emergenza attuale sia grave e imponente di quelle precedenti ma un dato certo è che siamo entrati nell’era delle pandemie non per colpa della natura cattiva ma per la nostra insensibilità ai piccoli e grandi segnali che ci passano sotto occhi, naso e gola. A tale proposito desidero ricordare che nel 2018 in un incontro promosso dalla Who (World healt organization) era stata prevista una epidemia X con le stesse caratteristiche del coronavirus. E ancora Evola, Mers e Sars non ci hanno impressionato? Si che di morti ce ne sono stati, moltissimi. Come i settemila morti provocato dallo stafilococco aureo nel 2015 in Europa e più di trentamila nel resto del mondo. A questo punto ci chiediamo se i tempi della globalizzazione coincideranno con quelli delle pandemie?
Non ultimo il cappio che ci stiamo costruendo con l’ambigua e ormai avanzata introduzione del 5G per le telecomunicazioni nel mondo che darà il via alla devastazione totale attraverso un inquinamento elettromagnetico mortale. Ma che razza di discorso è quello di non fermare la Scienza davanti al rischio di uccidere? Anche quando questa in mano a trafficanti di morte diventa nociva? Il dilemma sull’uso della bomba atomica e delle stragi di Hiroshima e Nagasaki non ci hanno insegnato niente?
Così come “le pandemie economiche e finanziarie”, come quella del 2008, saranno altrettanto veloci e cruente …
Con certezza la parola “Corona virus ” entrerà ormai nella storia del linguaggio mondiale.
Quali effetti culturali, cognitivi, emotivi ha innescato per il momento nella nostra mente ancora non si sa
bene. Un primo bilancio potrebbe essere fatto appena finita la malattia, ossia tra qualche mese, dopo l’estate avanzata. Considerando che la pandemia coinvolge tutti i continenti potremmo tirare il cosiddetto sospiro di sollievo dopo che la maggior parte delle nazioni e tutti gli organismi internazionali affermino con dati certi e alla mano di essere alla fine del viaggio.
Il Paese sarà da ricostruire.
Dal Dopoguerra il Paese è uscito distrutto non solo fisicamente ma ce l’ha fatta. Poi gli anni di piombo che hanno segnato uno ritorno ad una sorta guerra civile trent’anni dopo. Comunque il paragone con le altre emergenze non attenua la gravità di quella in corso e non assolve da nessuna fuga dalle proprie responsabilità da parte di chi è chiamato a compiere il proprio dovere nella battaglia per la sopravvivenza della società nazionale. Anzi nel suo folklore istituzionale il Premier sta reggendo bene per il suo “fare”, anche se qualche nomina gli scappa tra un decreto di restrizione e l’altro.
E per alleggerire il discorso , desidero aggiungere che mi spiace per le signore De Filippi, Venier e D’Urso disperate per non avere pubblico e ospiti per le inutili facezie d’intrattenimento.
Speriamo di disintossicarci in attesa che tali signore e molti altri dello spettacolo si autoriducano lo stipendio a partire dal nuovo campione di buonismo (che ha superato Veltroni) Fabio Fazio e la “mini subrettina servente” Littizzetto.
Ma l’emergenza non può e non deve impedire di verificare quali e quante di queste grandi responsabilità sono state rispettate. Ai detenuti ,ai disabili,ai malati psichici chi ci pensa?
Le famiglie già disperate?
Rallenta così l’idea di sostituire il Governo Conte-bis con un Governo pseudo tecnico – guidato da Mario Draghi. Forse il saggio Presidente Mattarella inviterà il Parlamento e il Governo, se ci saranno le condizioni, a festeggiare il 25 Aprile come la Liberazione d’Italia dai nazifascisti e dal virus assassino.
Non dimentichiamo però che in democrazia ai governanti è chiesto sempre di più in termini di capacità e responsabilità.

Immagine dal sito www.andradelab.it

 

di Francesco Petrucci