L’OCCIDENTE DEVE SVEGLIARSI DAVANTI ALLA DUPLICITÀ DELLA CINA

di | 6 Apr 2020

 In un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa Xinhua, uno dei portavoce del Partito comunista cinese, Pechino ha minacciato di bloccare l’esportazione dei prodotti farmaceutici dopo che gli Stati Uniti sarebbero “precipitati nel potente mare del coronavirus…”. – Yanzhong Huang, senior fellow per la salute globale presso il Council on Foreign Relations, Twitter, 4 marzo 2020.
 “Dietro le sue dichiarazioni di solidarietà, la Cina intende acquistare le nostre aziende e infrastrutture in difficoltà.” – Bild, 19 marzo 2020.
 L’Italia, un Paese colpito duramente dalla pandemia di coronavirus della Cina, è ora al centro di una strategica campagna di propaganda cinese. Pechino ha inviato medici e forniture in Italia e in Europa. In Italia, si possono vedere manifesti con su scritto “Forza Cina!” La Cina sta cercando di comprare il nostro silenzio e la nostra complicità. Purtroppo, ciò è già in atto.
 La Cina non offre il suo aiuto per “solidarietà”. Il regime cinese sta cercando di rappresentare se stesso come il salvatore del mondo. All’inizio della pandemia, al governo di Pechino non importava nemmeno della vita della propria popolazione: era troppo occupato a censurare l’informazione. Il Partito comunista cinese rappresenta la “principale minaccia della nostra epoca”, ha detto astutamente a gennaio il segretario di Stato americano Mike Pompeo. In quel momento, il coronavirus si era già diffuso in Cina e nel mondo; il tentativo del Partito comunista cinese di nascondere l’epidemia ha dimostrato che Pompeo aveva più che ragione. “La mia preoccupazione è che questo insabbiamento, questa disinformazione in cui è impegnato il Partito comunista cinese, stia ancora negando al mondo le informazioni di cui ha bisogno in modo che si possano prevenire ulteriori casi o qualcosa del genere”, ha aggiunto la scorsa settimana Pompeo. Secondo uno studio dell’Università di Southampton, se la Cina avesse risposto all’epidemia tre settimane prima, i casi di coronavirus avrebbero potuto ridursi del 95 per cento. In quelle tre settimane, il governo di Pechino era troppo occupato a nascondere la verità. Secondo Steve Tsang, direttore del SOAS China Institute dell’Università di Londra, “è la dissimulazione messa in atto dal Partito comunista cinese nei primi due mesi ad aver creato le condizioni per una pandemia globale”.I leader cinesi, tuttavia, sembravano ossessionati solo dalla sostenibilità del loro regime totalitario, e impazienti di mettere a tacere ogni critica, come hanno fatto in passato. Da gennaio, le prove del deliberato insabbiamento da parte della Cina del Covid-19 a Wuhan sono diventate una questione di dominio pubblico. Il governo cinese ha censurato e arrestato medici e informatori coraggiosi che hanno tentato di dare l’allarme. Uno degli imprenditori più ricchi della Cina, Jack Ma, ha di recente rivelato che Pechino ha nascosto almeno un terzo dei casi di coronavirus.
La Cina è stata in grado di diventare una superpotenza perché ha adottato pratiche economiche dall’Occidente. Nessun altro Paese ha mai conseguito un progresso sociale ed economico così rapido per un periodo di tempo così prolungato. Tuttavia, le speranze riposte dall’Occidente nel mercato cinese hanno altresì alimentato un pericoloso miraggio. Noi in Occidente pensavamo che una Cina modernizzata con un PIL in aumento si sarebbe anche democratizzata e avrebbe imparato a rispettare la trasparenza, il pluralismo e i diritti umani. Invece, il miraggio si è trasformato in un disastro mentre guardavamo la Cina diventare ancor più uno “Stato totalitario”.La natura del regime cinese – il divieto di esercitare la libertà di stampa e di espressione; l’assoluto dominio del Partico comunista sugli attori sociali, religiosi ed economici; le minoranze perseguitate e imprigionate, la libertà di coscienza calpestata – sta contribuendo all’insorgenza di questo disastro sanitario. Il costo, in termini di vite umane e di PIL mondiale, è immenso.La complicità del governo cinese nella pandemia offre ora un’opportunità all’Occidente per rivalutare i suoi legami con Pechino. Secondo Guy Sorman, un esperto franco-americano di Cina:”Come utili idioti, non solo abbiamo aiutato il Partito Comunista Cinese a prosperare, ma, peggio ancora, abbiamo rinunciato ai nostri valori umanitari, democratici e spirituali nel farlo”.”È tempo”, ha dichiarato l’editorialista americano, Marc A. Thiessen, “di immunizzare la nostra economia e la sicurezza nazionale dalla nostra dipendenza da un regime subdolo”.La Cina sta conducendo una duplice guerra d’informazione: una all’estero e un’altra per i propri cittadini, entrambe guidate dalle autorità con in testa il presidente Xi Jinping. Evidentemente, considerano l’Occidente debole e sottomesso. E anche noi

Continua a leggere sul sito www.it.gatestoneinstitute.org

Immagine dal sito www.bookfair.bolognafiere.it

 

di Giulio Meotti

 

Biografia di Giulio Meotti
Redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.
Ho iniziato a scrivere su “Il Foglio Quotidiano” nel 2003 sotto la direzione di Giuliano Ferrara, con cui ho lavorato dodici anni. Mi sono occupato di Medio Oriente, Israele, Europa, fondamentalismo islamico, antisemitismo, Cristianesimo, battaglie culturali e tutto quello che ho ritenuto importante accadesse nella società. Ho scritto per numerosi media internazionali, come Wall Street Journal, Jerusalem Post, Yedioth Ahronoth, Gatestone Institute e altri. Ho pubblicato numerosi libri, alcuni tradotti in inglese, come “Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele” (Premio Capalbio 2010), “La fine dell’Europa” (Premio Capri San Michele 2017) e “La tomba di Dio. La morte dei cristiani d’Oriente e l’abbandono dell’Occidente”. Il mio prossimo libro è “Notre Dame brucia. L’autodistruzione dell’Europa” (Giubilei Regnani).

Immagine dal sito www.ilfoglio.it