Coronavirus, in fase 2 Atac perde altri 90 bus nuovi: richiamati per difetto di fabbricazione
Coronavirus, in fase 2 Atac perde altri 90 bus nuovi: richiamati per difetto di fabbricazione
Dopo i 45 filobus rimasti senza manutenzione, la municipalizzata dei trasporti è costretta a fare a meno anche di altri 90 torpedoni a metano: va sostituita una valvola del motore. Così Roma, in piena ripartenza dopo la conclusione della prima fase dell’epidemia, si sveglia con 135 bus in meno
Se il conto alla rovescia per l’inizio della Fase 2 è finito, quello degli autobus Atac è appena iniziato. Dopo i 45 filobus rimasti senza manutenzione, la municipalizzata dei trasporti è costretta a fare a meno anche di altri 90 torpedoni a metano. Mezzi freschi di produzione: fanno parte dell’ultima infornata da 227 veicoli che il Campidoglio ha acquistato attraverso Consip, la centrale acquisti del governo. Adesso non possono più marciare. L’Industria italiana autobus (che li ha realizzati in Turchia) lunedì pomeriggio ha scritto al Comune e li ha richiamati nelle proprie officine. Va sostituita una valvola del motore distribuita da un fornitore statunitense, che ha dovuto allertare a livello mondiale centinaia di aziende che utilizzano i suoi pezzi. Che in questo caso sarebbero difettosi.
Così Roma, in piena ripartenza dopo la conclusione della prima fase dell’epidemia, si sveglia con 135 bus in meno. Traduzione: Atac, che nonostante le conclamate difficoltà economiche paga in leasing quei mezzi a Roma Capitale, deve suo malgrado rinunciare a un decimo della flotta. Uno sfortunatissimo colpo da ko, che potrebbe quantomeno incidere sul contingente di mezzi che i tecnici della partecipata tengono fermi in rimessa in caso ci siano segnalazioni di assembramento da parte degli autisti in servizio e la necessità di rinforzare una linea sovraffollata in tempo reale con più corse.
Ora la municipalizzata aspetta di sapere quando potrà rimettere in strada i 90 autobus a metano. La lettera arrivata in Comune è stata inoltrata anche al presidente Paolo Simioni, ma non c’è ancora un cronoprogramma delle riparazioni. Insomma, per ora l’unica certezza è che quei mezzi non possono più circolare.
Un guaio dopo l’altro. Perché, come detto, si sono fermati anche 45 filobus acquistati in era Alemanno. Il servizio biennale di manutenzione appaltato da Roma Metropolitane assieme alla realizzazione del corridoio della mobilità lungo la Laurentina nel lontano 2008 era partito nell’aprile 2018. Nessuno in Comune, complice la deflagrazione del contagio da Covid-19, si è ricordato di rinnovarlo per tempo. Ora, come se non bastasse, c’è anche il caso dei 90 bus a metano. Presentati alla stampa e alla cittadinanza più e più volte dal Campidoglio grillino, si sono fermati nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus.
I meccanici dei costruttori cominceranno a lavorare giovedì sulle vetture. Poi, come si apprende da fonti del dipartimento Trasporti, partiranno i collaudi. La speranza in Comune è che Industria italiana autobus faccia in fretta per continuare ad assicurare il servizio per la Fase 2.
dal sito www.roma.repubblica.it