Roma, per l’acquisto del palazzo della Provincia indagati Raggi, Zingaretti e altri politici: danno da 90 milioni
Roma, per l’acquisto del palazzo della Provincia indagati Raggi, Zingaretti e altri politici: danno da 90 milioni
Nei guai anche Smeriglio e Civita, L’edificio non aveva neppure l’agibilità e la gestione fu affidata a un fondo, ma la Provincia non aveva il requisito di legge di investitore qualificato)
L’invito a dedurre (avviso di garanzia contabile) è stato notificato nelle ultime ore. Il governatore della Regione Lazio è indagato dalla procura regionale della Corte dei Conti per la vicenda del palazzo della provincia acquistato dal costruttore Luca Parnasi, oggi a processo per corruzione per il caso dello stadio di Tor di Valle. E con lui la sindaca Virginia Raggi. Assieme ad altri 35, fra politici e dirigenti pubblici, avrebbero dato il via ad una delle operazioni più discutibili sotto il profilo contabile.
Non solo si decise di acquistare un palazzo che non aveva neppure l’agibilità ma la gestione fu affidata a un fondo per costituire il quale la Provincia s’avventurò su un terreno minato (non aveva neppure il requisito di legge di investitore qualificato). E infatti 69 milioni dei circa 90 che compongono il danno erariale oggi contestato dal pm contabile Massimo Lasalvia, sono derivati proprio dalla gestione di quel fondo. Mentre i restanti 20 sono il prodotto di ulteriori oneri, «spese di gestione della nuova sede, canoni di locazione passiva sopportati a causa della inutilizzabilità dell’immobile individuato come nuova sede provinciale». La decisione di procedere all’acquisto è stata avallata sia dall’allora presidente della provincia Zingaretti che, successivamente, dalla Raggi in qualità di presidente della città metropolitana. Tra gli indagati anche Maurizio Venafro, Amalia Colaceci, Massimiliano Smeriglio, Michele Civita, Paolo Ferraro, Patrizia Prestipino.
Basterebbe la lettura del rapporto dei vigili del fuoco dell’epoca per capire il tenore dell’investimento. Dopo un sopralluogo presso la nuova sede, il comando provinciale segnala al fondo che gestisce l’immobile «una serie di criticità in relazione agli ascensori antincendio e di soccorso, ai requisiti di accesso alla sede dalla via, al gruppo elettrogeno, alle autorimesse, agli uffici, invitando Bnp fondo upside ad “effettuare tutti gli interventi necessari a ricondurre l’attività al rispetto di norme e criteri di sicurezza”». Secondo gli investigatori — il gruppo di tutela spesa pubblica del nucleo di polizia economica — la vicenda dimostra «la sussistenza del requisito psicologico quantomeno della colpa grave». Da Zingaretti nessun commento, mentre la Raggi replica: «Procedemmo alla chiusura del fondo con cui si portò avanti un’operazione scriteriata».
dal sito www.roma.corriere.it