IL FINANZIAMENTO COLLETTIVO| Il Crowdfunding
Uno strumento di economia solidale e sostenibile
di Gianfranco Ius

di | 1 Gen 2021

                                              Opera di Safet Zec

Il nuovo ecosistema introduce quindi cambiamenti profondi ed apparentemente irreversibili, nei significati e negli usi del denaro per cause di solidarietà. I confini tra “relazione di dono” e rapporto d’affari” sono sempre più labili.
Le scienze sociali si sono occupate del ruolo e delle funzioni che il denaro svolge nella società contemporanea non solo come mezzo di scambio ma anche per le sue valenze simboliche.
La riflessione più approfondita e sistematica sul medium denaro, in ambito sociologico, indubbiamente è quella svolta dal sociologo nordamericano Talcott Parsons.
Parsons sviluppa la teoria dei mezzi generalizzati di interscambio (d’ora in poi MGI) in un arco di tempo piuttosto lungo (circa 12 anni) attraverso la pubblicazione di una serie di saggi in alcune riviste prestigiose degli Stati Uniti. La prima formulazione del concetto di MGI risale al 1956 quando, nell’ambito di un volume scritto in collaborazione con N. Smelser (1956), egli la applica in relazione alla moneta (denaro). L’autore non dedicherà mai un saggio specifico alla trattazione del MGI denaro, anche se esso costituisce il modello ideale a cui egli si riferirà nella costruzione e definizione degli altri media. Nel corso degli anni ‘60 vengono poi affrontate in maniera dettagliata le questioni inerenti alle caratteristiche, alle proprietà ed ai modi di funzionamento degli altri tre MGI che, a suo parere, operano nelle società moderne: potere, influenza e impegni al valore.[2]
Per quanto riguarda il denaro, secondo il nostro, si assiste ad un processo di progressiva differenziazione e sganciamento mano a mano che si passa dalle forme di scambio di beni basate sul baratto a quelle basate su un’unità di misura che ha valore in sé (metallo prezioso) alla moneta nella forma in cui noi la conosciamo oggi. Tale andamento evolutivo segue la strutturazione di un mercato, quale istituzione che regola lo scambio, e di un sistema economico separato dalle altre sfere della vita sociale.
Parsons sottolinea con forza il fatto che nei sistemi economici e finanziari moderni la moneta si è staccata del tutto dalla sua base di sicurezza, in quanto l’enorme massa di denaro oggi circolante nemmeno lontanamente potrebbe essere convertita nell’equivalente in metallo prezioso, neanche a livello nazionale. Si deve dedurre pertanto che il denaro non ha valore in sé ma solo nello scambio. La sua validità (e quindi la stabilità del suo valore) non dipende più dal riferimento a “qualcosa altro”, ma solo dal grado di accettazione di cui essa gode, cioè dal funzionamento del sistema. Si ha così un circolo virtuoso per cui più il denaro circola più esso viene accettato dagli attori, più questi hanno fiducia in esso come mezzo di scambio più lo utilizzeranno e ne favoriranno la circolazione.
Dopo la crescita degli ultimi anni (certificata anche nel contesto di un 2020 difficile), a pochi giorni dalla fine dell’anno ci si comincia a chiedere cosa porterà il 2021 nel mondo del crowdinvesting e del crowdfunding.
Il Crowdfunding è una pratica che permette di sostenere un progetto o un’iniziativa economica, sociale, culturale raccogliendo piccole somme di denaro da un gran numero di interessati e, per lo più, facendo affidamento sugli strumenti e le tecnologie della comunicazione via rete telematica.
E’ un modo per riunire una comunità interessata al progetto presentato.
Inoltre dall’ esame dei partecipanti online si può acquisire utili conoscenze sulle tendenze del mercato e raggiungere anche nuovi cittadini potenziali utenti.
Il successo di tale iniziativa è il saper distinguere una buona idea da un’idea di successo. In poche parole, perché il progetto (qualunque esso sia) possa realizzarsi concretamente, devi convincere le persone a fidarsi dei proponenti ed a investire in ciò che gli viene offerto. Quindi consente a un pubblico selezionato di venire a conoscenza della idea proposta e finanziarla. Non solo: a differenza di altre opportunità di finanziamento, come i bandi del legislatore (regionale, nazionale ed europeo) il crowdfunding presenta molti vantaggi. Risulta più semplice da gestire, meno costoso e più immediato.
L’Italia è stato il primo Paese a introdurre una regolamentazione specifica per le start-up innovative nel 2012 e allargata nel 2017 alle imprese in espansione quale modalità di accesso a finanziamenti alternativi. È un modo innovativo per reperire finanziamenti per nuovi progetti, attività imprenditoriali o idee.
La prima campagna documentata di crowdfunding risale al 1884, quando l’editore Joseph Pulitzer esortò, dalle pagine del suo giornale “New York World”, a contribuire alla costruzione del piedistallo della Statua della Libertà, promettendo in cambio la pubblicazione del nome del donatore, indipendentemente dalla cifra. Pulitzer raccolse oltre $ 100.000 in soli sei mesi, coinvolgendo più di 125.000 persone.
Nella seconda metà degli anni Novanta, quando, grazie al web, vennero promosse le prime raccolte online per progetti di beneficenza. Il primo progetto a scopo di lucro finanziato tramite crowdfunding pare essere quello della band anglosassone Marillion, che nel 1997 chiese ai propri fans di sostenere le spese del tour in Nord America, raccogliendo $ 60.000. Il successo fu tale che la band tra fece ricorso allo stesso meccanismo nel 2001, per la registrazione di un nuovo album.
Negli ultimi tempi, anche se in Italia tale fenomeno finanziario è ancora poco praticato, il numero dei progetti che ricorrono a questa modalità e i risultati che raggiungono sono in costante espansione grazie all’apertura in Italia di famose piattaforme estere di raccolta fondi che rappresentano un segnale di forte crescita e rinnovato interesse.
Per quanto tipica degli ambienti digitali, che oltre ad essere per un pubblico di massa, ha fornito gli strumenti logistici e organizzativi in grado di assicurare risultati migliori in quanto tale pratica non è nata con la rete ma molto prima.
Il termine crowdfunding ha un significato molto ampio, che abbraccia diverse tipologie di operazioni. Vediamo dunque cosa significa, che cosa si può finanziare tramite il crowdfunding e quali sono le principali differenze
Reward Crowdfunding è la forma probabilmente più diffusa, inizialmente molto utilizzata per finanziare progetti culturali e artistici (film, CD musicali, libri, fumetti, ecc.): in questa tipologia i finanziatori ricevono una ricompensa non monetaria
L’editoria e la musica indipendente, solo per fare due esempi, hanno da sempre sfruttato le donazioni spontanee e volontarie della rete di fan e appassionati di un genere, di una saga, ecc. per assicurarsi le produzioni.
Per tornare all’accezione più moderna dell’espressione, comunque,
l’abbondante letteratura in merito distingue oggi diversi tipi di campagne di crowdfunding. Sarebbero almeno sei ma, in qualche caso, la differenza tra una forma e l’altra è tutt’altro che netta. Per questo gli esperti sembrano essere più concordi nel fare una macro-distinzione almeno tra il cosiddetto reward-based crowdfunding, ossia il crowdfunding più tradizionale, e l’ equity based crowdfunding capitale di rischio , ovvero di raccolta di contributi finanziari da parte di start-up e PMI in cambio di quote societarie. Gli investitori hanno il vantaggio di poter contribuire anche con piccole somme di denaro, mentre le imprese beneficiano di costi contenuti e ampia visibilità.
Tra le tipologie di crowdfunding, le più adatte per raccogliere fondi per una startup sono, reward ed equity.
Le piattaforme di crowdfunding sono siti web che consentono l’interazione tra i fundraiser e un ampio pubblico (il crowd ovvero la folla). Attraverso la piattaforma di crowdfunding è possibile esprimere e raccogliere impegni finanziari.

In conclusione i risultati mostrano che la scelta di una specifica piattaforma – nello specifico di tipo reward-based – è significativamente correlata al successo della campagna. Anche se in realtà esite una piattaforma specifica che ha tassi di successo più elevati delle altre, è ancora difficile immaginare che questa sia in grado di “attivare una sua comunità”, soprattutto considerando la frammentazione del settore. È più opportuno riflettere, a nostro avviso, sul modello (reward-based), elemento che può aiutare a migliorare la definizione degli obiettivi e la progettazione delle campagne; dal punto di vista di un potenziale sostenitore una campagna reward-based fornisce maggior informazioni sul “ritorno” del proprio investimento. Si tratta di contropartite il cui valore economico, che non è direttamente commisurato all’investimento, è integrato dal valore sociale intrinseco ed esperienziale. Questo significa che l’investitore è pronto a sacrificare un effettivo ritorno di tipo economico/finanziario, consapevole che tale concessione è bilanciata dal valore sociale generato dall’effettiva realizzazione della campagna (Brest, Born, 2013). Questa preferenza per le campagne reward-based potrebbe essere vista come un segnale di un cambiamento da parte delle imprese sociali nel relazionarsi con i sostenitori/donatori. Il gesto filantropico di questi ultimi non si limita, infatti, al solo dono di risorse finanziarie. I sostenitori chiedono di essere parte di un processo di reciprocità, in cui il ritorno può essere puramente simbolico – non solo materiale – e innescare la dinamica del “dare-ricevere-ricambiare” che costruisce e alimenta la relazione sociale. Il crowdfunding in questo senso è solo una parte di un processo più ampio volto a sostenitori che offrono, oltre al loro denaro, anche la visibilità della campagna sui loro social network e incentivano e rafforzano i loro legami con l’iniziativa sociale.

di Gianfranco Ius

Gianfranco Ius
Laureato in scienze Economiche e Commerciali (LUISS); abilitato all’esercizio professionale di dottore commercialista; ed iscritto all’albo degli esercenti dal 1982;
revisore contabile iscritto all’albo, già revisore ufficiale dei conti; diploma di Master Universitario di II livello in GIUSTIZIA TRIBUTARIA ITALIANA ed EUROPEA; laurea magistrale in giurisprudenza.