“VIDE IGITUR, QUID SENTIRE DEBEAS DE RECEPTIONE PECUNIAE”
di Pietro Bergamaschini

di | 8 Gen 2021

                           Miniatura da una Bibbia del XIII Secolo

 

“Vide igitur, quid sentire debeas de receptione pecuniae”
“Vedi, allora, come ti senti riguardo all’accettazione del denaro”

Il denaro francescano tra norma ed interpretazione (1223-1390)

Poco prima dell’incontro, anche se solamente virtuale, ad Assisi proposto da Papa Francesco, “The Economy of Francesco”, è uscito questo saggio di Paolo Evangelisti, che abilmente e con estrema semplicità narrativa, effettua un percorso storico .
Ci conduce, attraverso il “labirinto” delle Norme e delle Interpretazioni, a partire dalla Regola di San Francesco, e le successive modifiche, di Bonaventura da Bagnoregio e delle Costituzioni Narbonesi, in cui si dà all’Ordine il “come” va applicata la Regola in ogni Convento e per ogni frate, elemento importante perché queste Costituzioni vengono discusse ai Capitoli Generali.
Quindi saranno sempre ratificate da una struttura Istituzionale che transita attraverso i frati, i Conventi e tutto l’Ordine, da cui la Regola e le Costituzioni che impongono il divieto dell’uso del denaro, fanno così conformare tutto l’Ordine francescano.
Nell’introduzione al libro, l’Autore indica il “metodo” da lui seguito, una analisi delle Norme e delle Interpretazioni, “asettica”, “anaffettiva”, cioè non contaminata da influenze alcune, analizzando i Testi normativi, che sono una “testualità prescrittiva univoca”, cioè non un testo teologico o storico, ma una analisi della “pura” Norma, in cui è intrinseco “cosa” significa tale Norma, e “come” va eseguita.
L’Autore ci conduce a comprendere con un linguaggio semplice ed estremamente fluido, non solo il significato del valore normativo, ideale, identitario, della Norma, ma soprattutto comprendere “se e cosa” e “se intendano risignificare” quando dispongono dell’uso del denaro e della pecunia.
Infatti il sovente errore in cui si cade, sta nel considerare che le “monete” di quegli anni, siano analoghe a quelle del nostro secolo, dimenticando cioè che anche il denaro ha egli stesso una storia, che muta con il passare dei secoli e con le trasformazioni delle società.
Evangelisti prende in considerazione un breve periodo storico, sia per praticità di esposizione, sia per il fatto che sicuramente è il più significativo per evidenziare l’etica e la morale francescana, riuscendo a far comprendere ed attualizzare il concetto su cui si basa la Regola dei Minori Francescani.
Sottolinea lo stesso concetto essenziale per San Francesco dedicare la propria via religiosa per aiutare il prossimo in particolare i più bisognosi. Questo divieto, eccezionale occasione per tutti Francescani, di comprendere cosa è il denaro, quello che veicola come valore potenziale, da cui la Sua straordinaria sfida che è fondamento della scelta francescana di povertà.
Presumibilmente è la radice dello straordinario successo dei francescani, che ancora oggi sono l’epicentro dei movimenti e dei sistemi logici di Papa Francesco e del Mondo che ha dovuto affrontare la crisi del 2008, e la nuova minaccia provocata dalla COVID. Il saggio sfata anche un mito diffuso nella letteratura riguardante i Francescani, considerati come gli ideatori del capitalismo, o quelli che rifiutando il denaro, lo combattono. La scelta di San Francesco di povertà volontaria non è una scelta anticattolica antistituzionale, questa la Sua grande intuizione, quella di stare in rapporto con la Chiesa, anche se ovviamente la Chiesa di Roma si trova in una situazione di difficoltà, ma ne intende subito l’enorme contributo di grande valore positivo.
San Francesco è il messaggero di una rigenerazione profonda della Chiesa, ma vuole che avvenga dall’interno. E prova di ciò è che quando Francesco si spoglia dei suoi abiti laici, viene accolto dal Vescovo di Assisi, ed il Suo passaggio, dalla vita laica alla vita religiosa, per quanto innovativa vuole essere, avviene all’interno della Chiesa. Egli non ha mai rifiutato l’Istituzione romana, anzi in tutti i suoi testi dice sempre che bisogna rispettare tutto il clero. Il saggio di Evangelisti quindi non è riservato agli “addetti del settore”, ma appare essere anche una ispirazione e uno strumento di riflessione per un nuovo concetto di Economia di Mercato, per quanto si evince dalla lettura del saggio, ed infatti i concetti espressi non sono solamente rendicontazione storica o giuridico normativa, ma anche una valutazione e un ragionamento, per riesaminare il sistema economico attuale, concetti di etica del profitto ed etica civile conciliabili proprio per quanto risulta dal rapporto tra i Francescani ed il valore economico, con una concezione complessa di una antropologia economica, e invece di considerare ingenua la concezione delle dinamiche di mercato e della società del “Poverello di Assisi” incapace di reggere il contatto con “Lo Sterco del Diavolo”, ne risulta una intuizione di grande portata, per appunto un maggior concetto etico del Mercato Mondiale.

Immagine dal sito www.ibs.it

di Pietro Bergamaschini