SCIARADA*

di | 1 Feb 2021

La sensazione che una crisi di nervi pervadesse il Governo, cominciò a circolare nel Palazzo prima del Santo Natale con il solito spleen, peggiorato.
Questa non è una solita crisi di Governo ma di sistema. Finora non abbiamo sentito parlare di programma di Governo, di chiare posizioni sul MES, sui Vaccini, sulla Giustizia e Tasse.
In pratica i partiti di Maggioranza hanno lasciato fare Conte su tutto, una volta che si è trattato del come utilizzare i 209 miliardi di euro dell’UE, gli appetiti si sono scatenati…
Renzi, conoscendone il vulnus dei suoi compagni PD, ha con motivi seri (una volta tanto) voluto sapere i criteri svilendo nei fatti l’operato grigio e risibile della nomenklatura Dem accodata a quella dei Grillini, umiliandoli con scaltrezza.
Il Riformismo non è  trasformismo!
E’ una crisi di sistema dove la spesa pubblica di questa imponente somma e grande opportunità per cambiare e rilanciare il “Sistema Italia”, dove PD e Cinque Stelle sono inadeguati a gestire.
Con questi “tutto per iscritto” ha sentenziato Renzi!
“famo a fidasse” si direbbe a Roma …
Incombeva dunque un presagio di instabilità comportamentale.
Prima degli esperti sui dati della pandemia, poi dei ministri, poi dei segretari dei partiti della maggioranza e dei singoli parlamentari come se la paura che qualcuno e qualcosa venissero a turbare la corte celeste formata dalla premiata ditta Conte-Bettini-D’Alema con Casalino (di contorno).
Farebbe bene Renzi a far interrompere la luna di miele tra Conte e l’attuale Ministro del Tesoro, ci vorrebbe un competente fuoriclasse alla Ciampi per tenere il timone di questa nave in burrasca e spendere con la dovuta trasparenza i fondi datoci in prestito, non dimentichiamolo, dall’Europa.
I piccoli segnali premonitori si avvertirono presto, in luogo della solita corsa ad apparire in tivù per non dire nulla, si era vista la novità di una continua assillante presenza del Premier tutelato da dogma rossogiallo, ma dotato di un inconfondibile e levantino aplomb da sartoria. Due gli incubi notturni ricorrenti del Conte: Matteo Renzi che insieme a Mario Draghi gli facevano da corteo nunziale, disubbidendo ai suoi voleri. Solo incubi …
Anche altri segni allarmanti: il duttile Franceschini che si preoccupava (per professione) e il colto Luigi Di Maio che ripeteva ossessivamente fino allo stordimento che si era dimesso da Cinque Stelle.
Torniamo alla stringente triste attualità, tanto un Presidente del Consiglio si farà nel cupo paesaggio di un Paese alla deriva economica e in più con un virus non debellato.
Per PD e Cinque Stelle, col terrore delle elezioni, forse è arrivato il momento di elaborazione del lutto per la dipartita dei governi Conte 1 e 2 e di un prematuro senza numeri in Parlamento di un ter e forse con personaggi come Fico a sostituire Conte nel contesto di un partitino che pare Di Maio stia allestendo, conscio delle debolezze dei suoi compagni di movimento. Dunque un Premier specializzato in lockdown viene a mancare, se non sarà reincaricato allestirà pure lui un nuovo effimero gruppo/partito/ aggregazione in Parlamento o confluirà in quello probabile di Di Maio.

                    Vignetta di Giulio Laurenzi

“I desiderata“ del vituperato Renzi diventano la stella polare della formazione neo governativa, a cominciare dal passaggio al Presidente della Camera cui Mattarella ha affidato l’incarico di verificare le condizioni, di tenuta e di ampliamento della Maggioranza.
La deflagrazione dei Cinque Stelle è in scena… in salsa rignanese, lello ciampolillo (non è uno scioglilingua) permettendo…
I Grillini sceglierebbero perfino “Capannelle” * * come Premier pur di non andare a votare!
I Dem cercano, non tutti, di scrollarsi l’incombere di Renzi schierandosi con respiro affannoso a fianco di Conte, rischiando quasi certamente di travasare al presunto partitino contano i loro consensi elettorali. Tutto ciò per dare uno strapuntino governativo (rinforzato) a Bettini, oppure?
Bene ha fatto Renzi a far scoppiare il conflitto culturale sulle alleanze per governare.
Come fa un gruppo di minoranza che ha espresso l’attuale segretario Dem ad accettare di allearsi con un Movimento che il giorno prima era con la Lega con lo stesso Premier?
Questa scelta forse andava bene per il territorio, senza dimenticare che Cinque Stelle alle ultime parziali elezioni regionali non ha voluto accordarsi con lo stesso partito con cui è al Governo… Da qui i tanti contorsionismi di questa crisi politica: troppi interessi discordanti in gioco e non sono mai gli interessi degli Italiani. L’Opposizione non è in grado di affrontare un‘alternativa senza un vero leader riconosciuto in Europa e nel Mondo, forse Silvio Berlusconi, ma è troppo preso a difendere le sue aziende e banche.
Ma il giochetto vale il candelotto? Non mi pare che i tanti capi PD abbiano fatto una seria conferenza programmatica per il prendere o lasciare Conte, peccato perché la condivisione di responsabilità è più importante dei singoli canti stonati di galletti invecchiati.
E i grillini prossimi all’implosione, si dedicheranno a coltivare divisioni attorno al prode Di Maio, ancora tenutario di un focherello del potere per conto di Grillo con Di Battista pronto con l’estintore per spegnerlo.
Da tali incertezze deriva la profonda crisi del sistema economico del Paese.
Parliamo dell’importante comparto creditizio così legato ai poteri politici interni ed esteri.
L’allarme lanciato dall’Associazione delle banche italiane (Abi) sulle regole europee ed in particolare sulle moratorie dei crediti come previsto da Eba (Autorità bancaria europea) in piena pandemia non rassicura molto, non di certo per un imminente non possibile “credit crunch”, bensì per un interminabile salasso finanziario, a loro favore, penalizzando i fondi per la sanità pubblica, la scuola, la ricerca e in generale il lavoro.
Anche se si strombazza che l’Italia è in controtendenza rispetto all’Europa perché pare ci sia uno spazio maggiore per gli assorbimenti di capitale e della liquidità concessa dalla Bce ma anche gli Italiani avrebbero aumentato i depositi, e cresciute le garanzie sui prestiti da parte dello Stato, il ragionamento non torna.
Ad esempio le proposte delle banche per velocizzare la movimentazione dei fondi del Recovery Plan, serviranno a far riprendere il Paese o a finanziare operazioni spericolate delle stesse con la complicità della politica?
Prendiamo il caso del Monte dei Paschi.
Nel 2016 la banca, ormai decotta, era alla ricerca di investitori come suggerito dall’allora Presidente del Consiglio Renzi. Le disavventure del Senatore di Rignano con la perdita del Referendum e con le sue dimissioni coincisero con l’evaporazione dei nomi come possibili soci della banca toscana come Soros e l’Emiro del Qatar. Nessuno era interessato e fu lo Stato a sborsare oltre cinque miliardi di euro per evitare il crac della banca.>
Oggi, dopo quattro anni nulla è cambiato. Banca d’Italia, in preda ad un imbarazzo governativo, ha fatto dei fatui rilievi mirati sull’operazione. L’aggravante è stato che, secondo accordi con l’Unione Europea nel 2017, entro quest’anno la banca deve essere privatizzata.
Sfumata l’ipotesi di fusione con Banco Popolare, per il grave disordine organizzativo interno dovuto alle diverse realtà unificate: Banca di Novara e Banca Popolare di Milano e poi l’Amministratore delegato di BPM guarda con interesse l’ipotesi di diventare vassallo del BPER.
Si affaccia per MPS l’ipotesi dell’accorpamento con la solita Unicredit con a capo l’ex ministro Padoan che da tale fu il regista con Renzi sceneggiatore della ricapitalizzazione, prima citata, della banca toscana. L’altra alternativa è costituire una public company come fu fatto da Unicredit per Fineco, magari affidando l’impresa a politici grillini come Casaleggio o addirittura all’ex manager Dem Consorte oggi riciclatosi in Cinque Stelle.
Intanto in Unicredit è arrivato un fuoriclasse come Andrea Orcel da Goldman Sachs e Ubs, noto alle cronache soprattutto per avere fatto causa a Ubs chiedendo la modesta cifra di 112 milioni di euro. A parte i ruoli troppo remunerati dei banchieri, mi chiedo se sono in grado di sanare le banche e piazzarle sul mercato senza togliere i soldi dalla tasca di noi Italiani.
Questa domanda però dovrebbero porsela i Ministri del tesoro e i Presidenti del Consiglio.
Con questa breve analisi sulle banche desidero sottolineare come la crisi pandemica s’intreccia con quella finanziaria anche per mancanza di leadership, considerati i banchieri e manager assai modesti in circolazione. Situazioni analoghe in Alitalia e Autostrade, in Eni invece bisognerebbe individuare un Amministratore meno chiacchierato e invischiato in procedimenti giudiziari. Enel, Terna e Cassa Depositi e Prestiti hanno i loro manager in fibrillazione atriale per le riconferme …
Non si può continuare a fare “giochetti di qualsiasi natura” sulle spalle dei contribuenti o peggio sottraendo al sociale il necessario.

*“Problema, questione, situazione complicata e inestricabile, difficile da risolvere: questa storia è una sc., non ci capisco nulla; la politica interna in questo periodo è una vera e propria sciarada.” Da Treccani.it

**“Capannelle”– Carlo Pisacane, Attore cinematografico. Vedi film : https://www.tototruffa2002.it/biografie/carlo-pisacane.html

Immagine dal sito www.rapportoaureo.it; www.cinemio.it

 

di Francesco Petrucci

 

Francesco Petrucci
Sociologo. Si è laureato presso l’Università di Roma la Sapienza.
Osservatore nei corsi economici presso L’Unione delle Camere di Commercio.
Esercitatore presso la Cattedra di Filosofia Moderna con il prof Franco Bianco.
Assistente presso la cattedra di Metodologia e Tecniche della ricerca sociale con il prof.Gianni Statera.
Ha lavorato presso la Group Italia Spa; la Confederazione della Uil nazionale e della Cisl nazionale distaccato da Società Autostrade Spa.
Assistente dell’Amministratore Delegato OLIVETTI EUROCOMPUTERS.
Presidente del Comitato Culturale del Giornale online “ITALIANITALIANINELMONDO.COM”.
Direttore delle Ricerche del CEFRASM Centro Francescano di Studi sul Mediterraneo