HONI SOIT QUI MAL Y PENSE*
(fr. ant. «sia svergognato colui che pensa male»)
di Pancrazio Anfuso

Albrecht Dürer, Jesus Among The Doctors
Viviamo immersi in una bolla maleodorante di comunicazione faziosa che tende a colpire i comportamenti virtuosi, responsabili o anche soltanto semplicemente positivi. Chi fa cose pro bono desta sospetti, deve avere da qualche parte dei secondi fini, si considera buonista e gratta gratta pure ipocrita.
In realtà si tratta di un artificio facile da scoprire, basta guardare verso chi solleva dubbi e sospetti maligni e se ne trova facilmente la motivazione. Il gioco però diventa pericoloso quando a farlo non sono più le microbolle social di questo o quell’odiatore, che ogni tanto sgorgano dai tombini fino ad attrarre l’attenzione di qualche autorità che sanziona, come nel caso di quella decina di stracciaculi che ha insultato Mattarella sui social e che è stata punita qualche giorno fa.
Se alla gara tra tifoserie si aggiungono i principali giornali del Paese si rischia di fare danni parecchio più diffusi. Mi ha colpito, anche se non l’ho verificata personalmente, la tesi che delle difficoltà legate al vaccino Astra-Zeneca si occupino solo le prime pagine dei giornali nazionali, mentre i maggiori quotidiani europei danno un taglio meno sensazionalista alla notizia.
Che sia vero o no, lo trovo verosimile, perché rientra nella logica dello scontro tra visioni del mondo, dell’indignazione a targhe alterne, del sospetto infamante che spesso viaggia a senso unico, della critica pregiudiziale.
Tutto fa parte di questa fase perversa in cui chi si dispone all’aiuto prende le sassate. Di esempi ce n’è a piene mani, e tutto serve a giustificare i comportamenti di chi non ha nessuna intenzione di agire per il bene degli altri, ma solo ed esclusivamente per il proprio. Quando non ci sono di mezzo temi aberranti, tipo l’odio per i diversi, le donne, gli immigrati, quelli che si battono per l’ambiente e per la giustizia sociale.
Le anime belle, che qualcuno cerca sempre di dipingere come brutte, componendo il quadro di un mondo cinico e violento, che preferisce i lupi agli agnelli. In tutto questo schifo preferisco chi si presenta come lupo a chi si ammanta del vello di pecora: meglio sapere contro cosa ci si deve difendere. Almeno uno se lo ricorda e non abbassa la guardia.
Per questo l’ambiente social è pericoloso: troppo facile il like, troppo agevole la condivisione superficiale, troppo a portata di mano gli slogan che l’algoritmo non blocca e ci fanno pensare che il pensiero cattivo che affiora nella nostra mente sia esprimibile e sostenibile, e non da rigettare come i tanti pensieri senza importanza che si rincorrono e fanno capolino ogni giorno nella testa di chiunque.
* Motto dell’ordine inglese della Giarrettiera, istituito, secondo una tradizione leggendaria, dal re d’Inghilterra Edoardo III in onore della propria amante
Immagine dal sito www.ordinedellagiarrettiera.com
di Pancrazio Anfuso