
Un progetto significativo quello esposto nei giorni scorsi dal Presidente Draghi alle Camere.
Parte dalla priorità alla lotta alla pandemia, richiamando sforzi solidali per contrastarla e con l’aiuto dei vaccini la battaglia potrà già essere considerata positiva ma non ancora vinta.
E’ indispensabile non perdere il senso di coralità e di impegno di ciascuno insieme a tutte le istituzioni nel procedere ad un profondo rinnovamento del Paese su ogni versante.
Occorre guardare con fiduciosa intelligenza ad una ripresa indispensabile che possa sanare vecchi mali e arcaici ritardi a partire proprio da una insopportabile inadeguatezza delle Regioni, dall’ ormai incolmabile divario tra nord e sud, dalla condizione femminile e dei giovani specialmente nel mondo del lavoro e nella condizione delle imprese in pieno tracollo finanziario.
Le previsioni nelle destinazioni delle risorse, nel campo indispensabile delle nuove tecnologie, nella digitalizzazione e dell’utilizzo dell’ informatica su tutto il territorio nazionale, costituiscono la condizione essenziale per promuovere nuova crescita e sviluppo programmato.
E va in questa direzione l’imprescindibile relazione con l’Unione europea e l’impegno per realizzare, fare, svecchiare, ammodernare, mantenere.
“L’attuale pandemia ci impone di essere meglio preparati per il futuro” e “il nostro lavoro deve iniziare ora, poiché non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia o quando ci colpirà la prossima”, afferma Draghi.
Noi siamo molto preoccupati ma consapevoli dell’autorevole onestà morale del Premier che parla chiaramente senza i precedenti sotterfugi che sono costati all’Italia un carico di morti incolmabile.
Dopo le controverse posizioni di Lega e Italia Viva (nel Governo) e Fratelli d’Italia (Opposizione) sulle riaperture e coprifuoco. L’idea generalizzata che si offre pubblicamente è quella di una maggiornza governativa non coesa e quindi a rischio. Draghi si trova innanzi ad una riserva ofiologica e dovrà aggiungere alla sua definizione di “uomo che sussurra ai potenti” quella di “incantatore di serpenti”.
Oggi si usa dire con una certa disinvoltura “cè chimica o non c’è” per indicare un rapporto fra persone se si piacciono o no; ecco tra Salvini e Renzi c’è più chimica che con la Meloni. Il tutto è emerso nella ricusazione della mozione di sfiducia al ministro della salute Speranza, dove Lega e Fratelli d’Italia si sono ancora una volta separati. Mi scuso per la semplificazione, che vale anche per il “suicidio assistito” di Cinquestelle, dove il Prof.Conte e il suo nuovo “contenitore politico spagnoleggiante”non solo chiude con Casaleggio ma prende le distanze del Partito Democratico.
Sembrano gli sketch televisivi di Casa Vianello: “che barba che noia”, queste liti condominiali di vicinato…
Queste posizioni sono, in piena distonia con ll messaggio iniziale del Presidente Mattarella di nazione unita, come concetto fondamentale anche di questo esecutivo , mettono in luce una non convizione di unità e sostegni veri al Governo di un Paese in coma.
Non dimentichiamo che l’unico punto certo è il Presidente Mattarella, perché la Politica è spaventata soprattutto dopo il penoso show di Beppe Grillo, in difesa del figlio, la Magistratura nel vuoto è a livelli bassissimi di credibilità per il caso Palamara e prossimamente la nuova bufera per i verbali secretati riguardanti, pare, anche le deposizioni dell’Avvocato dell’Eni, fatti circolare – scopre ora la Procura di Roma – da una impiegata del Csm nella segreteria dell’allora consigliere Davigo, ora indagata.
Poi non trascuriamo che si sente parlare sempre più spesso dell’ossimoro dei poteri forti in Italia nell’era di Mario Draghi al Governo.
Credo che poteri forti nel Paese non esistono più nella comune accezione di esercizio mirato di influenze sulla politica ed economia e di raccordo misterioso con lo Stato.
E quelli che consideriamo i poteri forti, che si muovono nel grigio, tra la politica, la finanza e la Chiesa, non sono che semplici mezzi di poteri forti ormai stranieri. I poteri forti in Italia sono finiti con la fine dell’industria italiana , collocabili nel segmento storico dell’inchiesta “Mani pulite” del 1992 e la crisi economica mondiale del 2008 in seguito al crollo di Lehman Brothers, salvo poi a ricostituirsi. Oggi i veri poteri forti in Italia sono i grandi fondi d’investimento internazionali che nei fatti posseggono il nostro debito e Draghi li conosce bene per la sua esperienza nella strapotente Goldman Sachs. Al lavoro altri poteri forti ma necessari come le società di revisione internazionali.
La McKinsey e altri tre o quattro colossi del settore sarebbero al lavoro sulla revisione del Pnrr. Per la Pubblica Amministrazione, in particolare con i ministeri già lavorano le big four contabili (Kpmg, Deloitte, E&Y, Pwc) ma anche quelle della consulenza Bain & Company e Boston Consulting.
Sono loro che fanno il buono e il cattivo tempo. Questi poteri che ci dominano hanno in mano non solo l’aspetto economico ma la stessa società con tutti i caratteri, i vizi, abitudini e religioni.
Questi poteri che ci governano non pensano certo al popolo italiano, ma a far fruttare la loro forza e influenza.
Il Premier Draghi ne è consapevole e sa che deve fare accordi con i poteri forti esteri per aiutare l’Italia. In più ci sarà il rinnovo dei vertici di molte aziende pubbliche nei campi strategici nazionali e mondiali.
Inoltre finora è mancata una politica internazionale degna di essere tale, tanto che oggi sta magnificamente supplendo il Presidente del Consiglio.
Mario Draghi, con l’uscita della Cancelliera Merkel sarà l’unico riferimento su cui ruoterà una grigia Unione europea.
Ma il Premier deve continuare a fare delle proposte con una logica fattuale che non deve essere comprensibile a Enrico Letta o a Matteo Salvini, ma alla gente. L’opinione pubblica è stressata, vuole e deve capire quello che Draghi sta facendo, non bastano certo smarriti comunicati stampa.
E intanto incombe l’elezione del Presidente della Repubblica.
Mattarella ha negato di essere interessato ad una sua rielezione temporanea ma nulla è scontato proprio per la dedizione del Capo dello Stato al bene della Repubblica.
Mi chiedo se dietro la presunta l’indisponibilità di Mattarella al bis c’è anche un pensamento dei piani alti del Nazareno per poter piazzare il sempre verde Prodi se non addirittura Gentiloni o “l’Avvocato del Popolo Prof.Giuseppe Conte.
Enrico Letta, è infatti all’insegna del revival prodiano, accompagnato da un rinnovato protagonismo, sempre sull’asse Pd e Grillini fedeli.
Partecipare al Governo pensando al Quirinale è un “paralogismo” che logora lo stesso Governo e chi lo presiede. Draghi lo capisca questo . Sa benissimo che in questo Parlamento è difficoltosissimo eleggere un capo dello Stato senza Salvini, Forza Italia e Renzi. L’ipotesi di legare la elezione nella fase di uno scioglimento per andare a votare prevarrebbe l’autoconservazione di ogni candidato.
Si spiegherebbe quindi che il Premier starebbe cercando in tutti i modi.
Il flirt con Paolo Gentiloni per condizionare un fronte interno dello stesso Pd che vagheggia dietro la sete di rivalsa del buonista Letta.
Forse non sono solo circostanze le nomine di Antonio Funiciello come capo di gabinetto di Palazzo Chigi ( già nello staff di Gentiloni) e di Alessandra Dal Verme a capo dell’Agenzia del Demanio e cognata dello stesso Gentiloni. Francamente non mi scandalizza la massima “à la guerre comme à la guerre”, bisogna sapersi parare…
Eh si, il mondo del Prima ha lasciato il passo al tempo del Dopo, con qualche coda di rimpianti. La pandemia ha segnato il nostro tempo, le nostre abitudini, la nostra storia.
Mi permetto sottoporre alla vostra attenzione, cari Lettori, una ulteriore riflessione tratta da uno spunto politico di Rino Formica.
I partiti del Comitato di Liberazione Nazionale del 25 aprile del 1945, in termini storicamente molto complessi, oggi non esistono più.
Ci sono dunque tutti i segnali per affrontare con straordinario coraggio per fermare questa avvilente decadenza della nostra Democrazia Repubblicana. Ci vogliono Uomini come Mattarella e purtroppo finora all’orizzonte non se ne vedono altri. In attesa di Draghi?
Vignette di Giulio Laurenzi
Opera della Scultrice Irpina Maria Rachele Branca
Sito Web: www.mariarachelebranca.it
E-mail: mariarachelebranca65@gmail.com
di Francesco Petrucci
Francesco Petrucci
Sociologo. Si è laureato presso l’Università di Roma la Sapienza.
Osservatore nei corsi economici presso L’Unione delle Camere di Commercio.
Esercitatore presso la Cattedra di Filosofia Moderna con il prof Franco Bianco.
Assistente presso la cattedra di Metodologia e Tecniche della ricerca sociale con il prof.Gianni Statera.
Ha lavorato presso la Group Italia Spa; la Confederazione della Uil nazionale e della Cisl nazionale distaccato da Società Autostrade Spa.
Assistente dell’Amministratore Delegato OLIVETTI EUROCOMPUTERS.
Presidente del Comitato Culturale del Giornale online “ITALIANITALIANINELMONDO.COM”.
Direttore delle Ricerche del CEFRASM Centro Francescano di Studi sul Mediterraneo
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