Città Sospese|Siti italiani UNESCO nei giorni del lockdown

Città Sospese
Siti italiani UNESCO nei giorni del lockdown

PROGETTO
La mostra presenta il progetto fotografico ideato dal Ministero della Cultura (MiC), coordinato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) in collaborazione con l’Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione (ICCD), nell’eccezionale momento storico che la pandemia ha determinato nei mesi di marzo-aprile 2020, imponendo un cambiamento totale nelle abitudini quotidiane della nostra vita e modificando, almeno temporaneamente, l’aspetto degli spazi in cui normalmente ci muoviamo e che animiamo con tutte le nostre attività e relazioni sociali.

Con il coinvolgimento dei Caschi Blu della Cultura – speciale task force del MiC, creata per operare in zone di guerra o in caso di calamità naturali – e in sinergia con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), il progetto ha visto impegnati quattro fotografi del Ministero per la realizzazione di un reportage nell’Italia “sospesa” a causa delle misure di contenimento causate dall’emergenza Covid-19, con lo scopo di documentare l’impatto del lockdown nei giorni più duri della pandemia sulle nostre città d’arte, vale a dire in alcuni dei luoghi più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio storico artistico e paesaggistico che racchiudono.

L’indagine, dopo un’attenta fase preliminare dedicata all’organizzazione degli spostamenti e alla logistica, si è svolta negli ultimi giorni del lockdown di primavera, prima dell’inizio della cosiddetta Fase 2, attraversando l’Italia da nord a sud e interessando in particolare alcuni centri storici italiani iscritti nell’elenco del Patrimonio Mondiale UNESCO: ALBEROBELLO, FERRARA, FIRENZE, MATERA, NAPOLI, PISA, ROMA, SAN GIMIGNANO, SIENA, URBINO e VENEZIA.

La campagna è stata realizzata da Alessandro Coco (ICCD), Francesca Lo Forte (DG Organizzazione), Alfredo Corrao (DGCC), Pino Zicarelli (Opificio delle Pietre Dure).

La documentazione visiva prodotta, con l’obiettivo di dare testimonianza del particolare periodo storico vissuto dalla Penisola e, allo stesso tempo, di promuovere il patrimonio culturale italiano, ci restituisce paesaggi urbani privi di attività e incontri umani, dormienti, malinconici, sospesi nel tempo e nello spazio, quasi inquietanti per il silenzio e il vuoto metafisico che le immagini, molto realisticamente invece, ci restituiscono.

Le città, le strade, le piazze e i monumenti dei siti UNESCO selezionati, sono stati scelti sia per la loro forte identità, sia per il fatto di essere connotati, nell’immaginario collettivo nazionale e internazionale, da una fitta e caratteristica presenza antropica.

La loro unicità, per la bellezza e la perfezione delle architetture, dei disegni urbani, delle superfici lavorate dal tempo, per la complessità e l’armonia di colori, forme e prospettive, che ha attratto da sempre visitatori da ogni parte del mondo, che li rende peculiari e li designa come ambasciatori della storia e della cultura italiana, li ha destinati ad essere, anche nell’assenza delle folle brulicanti di cittadini e turisti, nella cancellazione quasi totale del caos pulsante di vita, luoghi altamente simbolici della condizione universale in cui si è trovata, per la prima volta nella storia contemporanea, l’intera popolazione mondiale.

La mostra intende presentare così, in una sintesi di 110 immagini, la ricognizione più vasta che di questi luoghi, densi di significati e di valori per la storia del nostro Paese, è stata avvertita come necessaria da parte del MiC, in questo particolare e inedito momento, per l’impegno costantemente svolto nei confronti del patrimonio dai suoi vari tecnici e operatori, tra i quali un ruolo particolare deve essere riconosciuto proprio ai fotografi, una professionalità specifica all’interno dell’amministrazione, che vanta una sua tradizione e una specificità nell’ambito della tutela e della valorizzazione del Patrimonio nazionale.

Le fotografie della mostra “Città Sospese” esposte a Palazzo Poli, in futuro, grazie alla creazione di un apposito fondo presso l’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione, potranno continuare a essere fonte di ulteriori riflessioni, stimolo per le future generazioni e testimonianza viva di questo momento storico che nel tempo potrà dar luogo a confronti e ricerche che porteranno all’evidenza di altre letture e interpretazioni e, si spera, alla generazione di risposte alle innumerevoli domande che questi giorni difficili ci hanno posto.

dal sito www.2020fermoimmagine.beniculturali.it