
Cari Lettori,
colgo l’occasione di queste mie riflessioni per fare gli auguri al Presidente Mattarella per la sua rielezione al Quirinale e al Prof. Draghi auguro un buon lavoro di ripresa, come da mesi scritto e ribadito.
Curiosamente ho ritenuto sottoporvi la situazione prendendo spunto da quell’impervio specchio che è la letteratura televisiva.
Riguardando infatti un episodio della serie poliziesca inglese delle inchieste dell’ispettore Tom Barnaby (prima serie dove veniva interpretato dal magnifico Jonn Nettles), ho riscontrato molte somiglianze (compassato e mesto) con il Premier Mario Draghi impegnato nella ricerca del bipolarismo, da tempo irreperibile… E’ stato ritrovato morto subito dopo il Mattarella bis day. Nel chiedervi scusa per la “storiella maieuticamente utile“, era solo per dire che dobbiamo prendere ormai atto che le coalizioni non esistono più.
Dopo la rielezione di Mattarella ci vuole una legge proporzionale che metta da una parte chi fa politica e dall’altra i “fortunati aspiranti pensionati parlamentari”, regali di un bipolarismo ormai sepolto. Occorre comunque sottolineare che il potere del Capo dello Stato pur essendo ampio e di recente “dilatato” rimanga nei limiti della Carta costituzionale, perché ne è il supremo custode.

Una Destra che si regge su uno sfasciato gruppo che solo Berlusconi poteva guidare e dal quale ha preso le distanze per l’ossessivo lavoro della Meloni di fare la reginetta di picche che spinge Salvini al baratro della sua stessa credibilità, facendolo passare con l’aiuto di Pd e Conte come un “vieni avanti cretino” di un recente avanspettacolo, dove il Matteo verde non vide l’ora di strillare ai quattro venti: finalmente una donna al Quirinale, la nostra signora dei servizi segreti e di segreti irrisolti madre Belloni (che farebbe bene a rimettere il mandato a Draghi), ultima dopo l’arzilla Casellati ad essere bruciata …
Ci chiediamo perché non si getta un’occhiata alla Francia, dove una vera leader Conservatrice cattolica sta crescendo Valèrie Pècresse e senza rincorrere estremismi come la nostra reginetta di picche.
Anzi chiediamo a Giorgia Meloni che fine ha fatto la sua “punta di diamante” per vincere a Roma, tale Michetti? Se questi erano i risultati di una Opposizione vincente… figuriamoci per scelte nazionale con buona pace degli Ottimi Nordio e Crosetto. Ancora più preoccupante la Sinistra centro.
Un Letta cacciato tempo fa da Renzi e dai suoi compagni di partito, poi ripescato con annessi rancori, prigioniero di una sorta di massimalismo sguaiato disegnato dai Bettini e Provenzano che puntualmente sbagliano le previsioni; poi “consigliato anche da “zio Gianni e dal maestro Prodi “. Contrastato dalla parte dei Cattolici democratici del Pd più aperta al dialogo e al confronto rappresentata dall’efficace quanto silenzioso ministro Franceschini.
A proposito del Ministro della Cultura attendiamoci una ulteriore crescita nel prossimo agone politico.
Dedichiamoci ai Cinque”orfani”, già Stelle, dilaniati tra “il guaglione furbetto“ Di Maio (quello che capeggiava la richiesta d’impeachment proprio per il Presidente Mattarella) e “Il fu Mattia Pascal” Giuseppe Conte. Uno contro l’altro ormai incuranti degli “al lupo al lupo” di Beppe Grillo, attualmente pressoché irrilevante.
Alimentatori di “tritacarni social”, stanno ormai attenti a non perdere poltrone e privilegi, felici per avere ottenuto proroghe per conseguire le loro “immeritate” pensioni da parlamentari, unica loro peculiare funzione per il Paese.
Nei giorni quirinalizi abbiamo visto di ogni e di più con venti personaggi proposti e tutti bruciati, alcuni freschi pure di restauro…
Dunque leader di partito in stato confusionale, giostre di inutili zoologici conciliaboli, e pronti a tutto ma capaci realmente di nulla, forse un poco di cazzeggio… come “lazzo defatigante”.
Il silenzio “pneumatico” del Premier Draghi è stato esemplare e premiante, innanzi a tanto chiacchiericcio. Oggi, ritrovato e coperto dall’ombrello di Mattarella, dovrà riprendere da dove ha smesso di governare, circa sei mesi fa.
L’Europa quest’anno dovrà riscrivere le Regole per la modulazione dei debiti e per noi non saranno rose e fiori. Anzi (per fortuna) dovranno essere necessariamente i poteri da spenditori di Regioni e Comuni, autentiche voragini pubbliche che rappresentano quasi un quarto del debito pubblico.
Draghi sugli aumenti del “caro bollette” dovrà intervenire seriamente e direttamente perché l’attuale Ministro del Tesoro lascia alquanto a desiderare per l’eccessiva intromissione con pareri e studi di una burocrazia incompetente.
Così come per la crisi pandemica dovrà indossare stivaloni e divisa per domare il parossistico protagonismo di chi ha fatto del Covid 19 e varianti un motivo di Stazionamento permanente nelle trasmissioni televisive e scuotere il Ministro Speranza a darsi da fare piuttosto che stare a ricasco dell’alibi del “lo dice la scienza“. Si abbandoni la linea di persecuzione per chi ha paura di vaccinarsi, lo si convinca con garbo e documentata attenzione. Impegno concreto inoltre all’SOS del mondo del lavoro.
Sul versante politico sarà opportuno riprendere la strada al NO alle ingerenze dei partiti. Il Premier, da politico accorto, accantoni velleità di trasformazioni veloci dello Stato per rimettere a posto i comparti fondamentali: welfare, lavoro, libertà civili. La sua ragione di esserci è indissolubilmente legata al Presidente Mattarella per gestire questa immane complessa crisi. Nell’augurarci, tutti noi Italiani che ci riescano, speriamo di trovare tra un anno un Paese rigenerato.
Forse il Draghi politico è migliore del tecnico e la stessa Europa ne avrà bisogno, avanti Draghi Barnaby troverà chi per fortuna ha ucciso un bipolarismo ormai tanto malato.
Presidente Draghi non ci aspettiamo buoni propositi ma veri propositi, il buonismo lo lasci ai tanti personaggi dei partiti (in servizio e non), che non la volevano più per timore di essere oscurati, ma loro stessi si sono messi al buio del consenso popolare. Si rivolga ad energie cattoliche sane e laiche del Paese …ci sono e non sono “ fondatori o beati a forza”.
di Francesco Petrucci
Francesco Petrucci
Sociologo. Si è laureato presso l’Università di Roma la Sapienza.
Osservatore nei corsi economici presso L’Unione delle Camere di Commercio.
Esercitatore presso la Cattedra di Filosofia Moderna con il prof Franco Bianco.
Assistente presso la cattedra di Metodologia e Tecniche della ricerca sociale con il prof. Gianni Statera.
Ha lavorato presso la Group Italia Spa; la Confederazione della Uil nazionale e della Cisl nazionale distaccato da Società Autostrade Spa.
Assistente dell’Amministratore Delegato OLIVETTI EUROCOMPUTERS.
Presidente del Comitato Culturale del Giornale online “ITALIANITALIANINELMONDO.COM”.
Direttore delle Ricerche del CEFRASM Centro Francescano di Studi sul Mediterraneo
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