NATO DUE VOLTE

Opera di Mart Signed
Vladimir Putin non si è fermato alla Crimea, incorporata nel 2017, e non si fermerà all’Ucraina nel 2022. La Nato torna alla sua funzione, rinasce perché l’incubo si è risvegliato. Ciascun aderente sarà in guerra se un altro sarà aggredito.
Un criminale sta falsificando la Storia, per ricostruire un impero. Ci era chiaro che l’obiettivo di Putin è quello di riesumare gli equilibri di Yalta. Da ciò deriva che come non si è fermato alla Crimea, come non si è fermato al Donbass, così non si fermerà all’Ucraina e userà l’Ucraina per aggredire oltre, così come ha usato la Crimea e il Donbass per aggredire l’Ucraina. Va stroncato.
Abbiamo la forza per riuscirci. Consiste nell’unità dell’Occidente, che fin qui ha dato ottima prova. Uniti perché gli aggrediti siamo noi, il nostro mondo, le regole del diritto internazionale. La posta è l’Unione europea, la sua integrità e sovranità. Ragion per cui nulla, ma proprio nulla deve essere concesso alle quinte colonne e ai russofili in vendita. Noi speriamo di tornare al più presto a far affari con i russi. Il che comporta stroncare al più presto il disegno di Putin.
Abbiamo la forza e quanti parlano di debolezza e arrendevolezza mostrano già la loro dipendenza dalla propaganda nemica. Sono gli stessi che facevano gli spiritosi sui giusti e fondati avvisi della Casa Bianca: invasione era prevista e invasione è stata.
La Nato era sorta all’indomani della Seconda guerra mondiale, prendendo atto di Yalta e della cortina di ferro. Yalta: i sovietici avevano provato a prendersi l’Europa dell’Est in accordo con Hitler, la vollero per combattere contro il loro ex alleato, che gli si era rivoltato contro. La presunta Yalta di Putin, per atto unilaterale, è un falso. Peggiore dell’impero di Stalin. In quel contesto la Nato fu alleanza difensiva. Dall’altra parte nacque, a imitazione del Patto Atlantico, il Patto di Varsavia. Con una differenza: nessuno, in Europa occidentale, quella democratica, fu mai invaso dalle truppe Nato; dall’altra parte, invece, quelle di Varsavia invasero eccome. Quella è la nobile scuola che oggi si rivede.
S’è poi aperta una splendida stagione, a partire dal 1989. Il crollo del Muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la liberazione dei Paesi dell’Est, la fine della Guerra fredda, la globalizzazione, la crescita della ricchezza. Tutta roba buona, che ci siamo abituati (e questo è un errore) a considerare ‘normale’. Certo che c’erano guasti, crimini, guerre per procura. Non era la perfezione (inesistente, per fortuna), ma era la liberazione dal passato sovietico e dalla sua minaccia. Putin quella vuole recuperare, dopo avere covato il rancore dello zarista-comunista sconfitto. Anche allora ci dicevano che l’Occidente fosse fiacco, ma abbiamo vinto noi. Si chiude quella stagione.
Ricorda Risvegli, lo splendido libro di Oliver Sacks: l’orrore di una malattia che chiude nel silenzio inespressivo, poi la scoperta che se ne può uscire, si può vivere e amare, quindi il capire che si può tornare indietro, che il male può rivincere. È quello che dobbiamo impedire.
Se gli si lascerà l’Ucraina userà la resistenza interna come scusa per accusare di supporti esterni, chiedendo aree di sicurezza sempre più grandi e sempre più a Ovest. Polonia, Ungheria, Repubbliche baltiche, Romania sono nostro territorio. Possiamo litigare nel condominio, ma sono nostri condomini. Ora Putin vuole che per loro valgano regole diverse, che non siano difesi, che restino inerti, magari con governi fantoccio. Quello che Stalin voleva per la Polonia. E, per quella via, sarà ricostruita la fascia che va dai Balcani al Baltico, ove si vive in pace (e miseria) se si rinuncia a essere liberi e sovrani. La risposta è: No.
La Nato torna alla sua funzione, rinasce perché l’incubo si è risvegliato. Ciascun aderente sarà in guerra se un altro sarà aggredito. Ma questo non esclude che si aiuti chi non è e non sarà nella Nato, giacché quell’aggressione è a noi diretta. Rispetto al 1949, quando la Nato nacque la prima volta, c’è una importante novità: l’Unione europea, di cui fanno parte anche Paesi liberati dal giogo sovietico. Ciò comporta che l’Ue corra alla difesa comune.
Articolo pubblicato sul sito www.davidegiacalone.it
di Davide Giacalone
Davide Giacalone
Davide Giacalone (1959)
Dal 1979 in poi, mentre continuava a crescere il numero dei tossicodipendenti, si è trovato al fianco di Vincenzo Muccioli, con il quale ha collaborato, nella battaglia contro la droga.
Dal 1980 al 1986 è stato segretario nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana.
Dal luglio1981 al novembre 1982 è stato Capo della Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Dal 1987 all’aprile 1991 è stato consigliere del Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, che ha assistito nell’elaborazione dei disegni di legge per la regolamentazione del sistema radio-televisivo, per il riassetto delle telecomunicazioni e per la riforma del ministero PT, oltre che nei rapporti internazionali e nel corso delle riunioni del Consiglio dei Ministri d’Europa.
È stato consigliere d’amministrazione e membro del comitato esecutivo delle società Sip, Italcable e Telespazio.
Dal 2003 al 2005 presidente del DiGi Club, associazione delle Radio digitali.
Nel 2008 riceve, dal Congresso della Repubblica di San Marino, l’incarico quale consulente per il riassetto del settore telecomunicazioni e per predisporre le necessarie riforme in quel settore.
Nel maggio del 2010 ha ricevuto l’incarico di presiedere l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione, dipendente dalla presidenza del Consiglio. Nel corso di tale attività ha avuto un grande successo “Italia degli Innovatori”, che ha permesso a molte imprese italiane di accedere al mercato cinese. Con le autorità di quel Paese, crea tre centri di scambio: tecnologia, design, e-government. Nel novembre del 2011 si è dimesso da tale incarico, suggerendo al governo di chiudere la parte improduttiva dell’Agenzia, anche eliminando le sovrapposizioni con altri enti e agenzie.