GUERRA E “PENSIERO UNICO“.
Il confine irrisorio tra bene e male

                      William Girometti, Restauro come Terapia

Che l’aggressione militare di Putin all’Ucraina sia da condannare è pacifico (mi scuso per queste controverse fughe linguistiche mi lascio prendere dall’ironia). Tuttavia, nell’imbarazzante incapacità o impossibilità oggettiva di reagire con forza ad un evento così drammatico, c’è gente che perde decisamente di vista ogni ragionevolezza e, soprattutto, ogni distinzione fra le azioni di Putin, del regime russo formato da pressanti poteri individuali nonché dai rappresentanti della Chiesa Ortodossa Russa.
Una breve premessa storica è opportuna. Ucraina (U Krajna) sifnifica “sul confine”e il Popolo che occupava dal IX secolo un territorio oggi comprendente Ucraina, Bielorussia e parte della Polonia con la regione tra Mar Nero e Mar Baltico, era quello dei “Rus” (parola vichinga che significa “uomini che remano”).
I Rus erano dunque variaghi, ossia vichinghi svedesi chiamati nel XII secolo dai popoli slavi a governare un regno con capitale Kiev. Con l’Unione di Lublino del 1569, un trattato tra Polonia e Lituania che prevedeva il passaggio dell’Ucraina alla Polonia e la Bielorussia sotto la Lituania, da qui in poi si potrà parlare di Popolo ucraino.
Purtroppo anche la questione ucraina rischia di finire nel pozzo senza fine del “politicamente corretto” che si alimenta di un tale conformismo da far paura, confondendo la realtà con un facile buonismo portato allo stremo. Non saper distinguere fra le idee di un individuo e una visione americana liberal non è liberale. Si dimostra solo di condannare epidermicamente qualsiasi caccia alle streghe senza rendersi conto di condurne una in proprio convinta di acquisire chissà quale merito di fronte alla Storia.
Gli atti di pacifismo sono decisamente miserevoli quando si sa che ogni nazione europea ha interessi commerciali solide (anche non di gas) con la Russia di Putin.
Le guerre di propaganda mietono cadaveri e questa è una guerra di propaganda!
Ci chiediamo come mai non più tardi del 2014 successe l’annessione della Crimea alla Russia e nel giugno dello stesso anno, membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) varcarono il confine tra la Siria e l’Iraq settentrionale e presero il controllo delle aree del territorio iracheno, nessuno degli altoparlanti oggi operanti della propaganda al tempo tacquero senza vergogna? E perché il silenzio degli Usa sul genocidio di Assad (sostenuto dai russi) in Siria?
E a proposito degli Stati Uniti, c’è un saggio del 1964 di Richard Hofstadterlo stile paranoide nella politica americana “ dove sono analizzate le inquietudini della psiche collettiva americana, dalle loro lontane origini ai giorni nostri.
Terrore del comunismo, di non essere più stato egemone del mondo, di non subire la povertà e il ritorno al razzismo verso la popolazione nera.
Questo saggio potrebbe offrire un grande contributo culturale per comprendere “l’incomprensibile” della politica estera Usa.
Pesi e misure diversi, secondo gli interessi internazionali.
Non dimentichiamo che Enel, Eni, Banca Intesa, Unicredit, molti diplomatici e politici sono o erano legati, fino a qualche mese fa, a doppio filo alla Russia di zar Putin.
Questi stessi oggi si sono dichiarati per l’ideologia dell’opportunismo, i paladini di libertà.
Chissà l’Eni di Descalzi con quali dittature militari (e quanto ci costano) fa accordi commerciali? La decenza è sempre più lontana… Giù la maschera!
Siamo davanti a scenari che richiamano il mondo di ieri: dal Vietnam all’Ungheria e alla Siria.
Chi aggredisce per cancellare la storia, le tradizioni e la cultura dei popoli resistenti è caratterizzato dalle perversioni dalla disinformazione, al militarismo e alla lotta a qualunque forma civile d’illuminismo.
Da noi l’interpretazione acritica e non documentata degli avvenimenti è talmente radicata che è diventata, dopo la pandemia, il clou di infinite trasmissioni televisive dove a parte un insopportabile “volemose bene” nulla rimane allo sventurato telespettatore, il quale appena può corre a vedere i palinsesti disimpegnati, da Sanremo ai programmi della De Filippi… esausti dalle maratone della Sette, alle lillegruberate, alle merlinate, alle deldebbiate etc… .
Uno sguardo attendibile è quello dei Corrispondenti sul posto.
Cari Lettori, il ragionamento sul conformismo che si estende e si diffonde con grande facilità, è come una pandemia di letali proporzioni, che investe la nostra politica e la nostra attualità.
L’ipocrisia diventa il mantra dell’ignoranza. Ma nei fatti, oltre la buona volontà del Presidente Mattarella, di Draghi e del Papa? Poco e niente ma tutti alla ricerca del gas…
Forse l’Italia ha ancora delle carte da giocare, non direttamente per la pace, ma per Convincere la Cina (alle prese nuovamente con il corona virus, con una grave crisi di arresto della crescita economica e con l’intenzione di riprendersi Taiwan sottraendola all’influenza Usa per impossessarsi della progettazione dei semiconduttori e il controllo dello strategico Stretto di Malacca), l’America e l’Europa a scrollarsi da oscuri interessi e trattare senza pretendere di uscirne come vincitori. Ma siamo così sicuri che Putin non abbia altre mire di espansione pur dimostrative, magari avvicinarsi alla Polonia? Con il proposito di creare problemi all’Europa delle sanzioni?
Un fatto è certo Macron senza le competenze e il prestigio di Mario Draghi non potrà diventare il perno europeo per imporre una netta proposta di pace.
E l’Europa è costretta a fare i conti con la propria incapacità e irrilevanza geopolitica, con l’impreparazione della sua classe dirigente e con una pesante crisi economica ed energetica causata dall’ essersi abbandonati agli Stati Uniti (proprio come fece negli anni ’90 con la crisi in ex Jugoslavia) la gestione della sua sicurezza.
Speriamo solo che si evitino ricorsi ad armi atomiche e che questa guerra non si trasformi, come già avvenuto, in endemico conflitto di confine.
Siamo in attesa del prossimo nove maggio, quando in Russia si celebrerà il giorno della vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale, vedremo cosa succederà…

 

di Francesco Petrucci

 

Francesco Petrucci
Sociologo. Si è laureato presso l’Università di Roma la Sapienza.
Osservatore nei corsi economici presso L’Unione delle Camere di Commercio.
Esercitatore presso la Cattedra di Filosofia Moderna con il prof Franco Bianco.
Assistente presso la cattedra di Metodologia e Tecniche della ricerca sociale con il prof. Gianni Statera.
Ha lavorato presso la Group Italia Spa; la Confederazione della Uil nazionale e della Cisl nazionale distaccato da Società Autostrade Spa.
Consulente dell’AD Alitalia Spa.
Assistente dell’A.D. Olivetti-Eurocomputers.
Presidente del Comitato Culturale del Giornale online “ITALIANITALIANINELMONDO.COM”.