Cos’è il Gnl e perché l’Ue ne vuole così tanto?
L’UE punta molto sul gas naturale liquefatto (GNL) per sostituire i milioni di tonnellate di gas che attualmente acquista dal suo principale fornitore: la Russia, uno Stato accusato di aver innescato una guerra di aggressione non provocata contro l’Ucraina.
Nell’ambito di un ambizioso piano per rafforzare l’indipendenza energetica e privare il Cremlino delle lucrose vendite di carburante, l’Unione sta battendo record mensili di importazioni di GNL.
Un recente accordo con gli Stati Uniti fornirà altri 15 miliardi di metri cubi (bcm) entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di portare le forniture annuali a 50 bcm entro il 2030.
Cosa rende il GNL così interessante per l’UE?
Il GNL è un gas che è stato raffreddato a -162ºC per raggiungere lo stato liquido, un punto in cui diventa circa 600 volte più piccolo rispetto allo stato gassoso. Questo rende il GNL più facile da trasportare in regioni che dipendono dalle importazioni, come l’UE, che importa circa il 90% del suo fabbisogno di gas.
I serbatoi vengono spediti su navi da trasporto e poi scaricati in porti dotati di terminali specializzati, dove il liquido viene riscaldato e riportato allo stato gassoso originale. Da qui, il gas viene trasportato attraverso i gasdotti alle centrali elettriche, alle fabbriche e alle abitazioni.
È importante notare che il GNL viene prodotto da diversi fornitori in tutto il mondo, tra cui Stati Uniti, Qatar, Egitto, Israele, Nigeria e Australia, offrendo all’Unione un modo per diversificare le proprie catene di approvvigionamento evitando nuove dipendenze.
Il rovescio della medaglia è che la domanda di GNL è estremamente elevata, con gli operatori al massimo della capacità e i Paesi ricchi che si contendono le navi cisterna. I prezzi sono aumentati costantemente negli ultimi mesi e si prevede che rimarranno alti finché persisteranno le interruzioni causate dalla guerra.
Nel tentativo di evitare una corsa al ribasso tra gli Stati membri, la Commissione europea ha proposto acquisti congiunti di gas, basandosi sulle lezioni apprese dall’acquisto dei vaccini contro il COVID-19.
Un altro importante svantaggio è che l’infrastruttura di GNL esistente è fortemente concentrata negli Stati costieri dell’Europa occidentale. Ciò lascia i Paesi senza sbocco sul mare dell’Europa centrale e orientale per lo più scollegati dalla rete: una situazione che perpetua la dipendenza dai gasdotti russi.
Inoltre, cosa ancora più preoccupante, il GNL è un combustibile fossile inquinante che contribuisce al cambiamento climatico. Per questo, la spinta dell’UE a incrementare le importazioni è stata ampiamente criticata dalle organizzazioni ambientaliste, che sostengono che la strategia contravviene allo spirito del Green Deal europeo e agli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
“L’attenzione a scambiare una fonte di combustibile sporco con un’altra continua a finanziare la distruzione dell’ambiente e le violazioni dei diritti umani, e bloccherà il gas fossile per i decenni a venire”, ha dichiarato Silvia Pastorelli, attivista per il clima di Greenpeace UE.
dal sito www.it.euronews.com
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