CIALTRONI
di Pancrazio Anfuso

I somari, gente seria, loro sì
Cari amici, le giornate passano, il caldo è torrido, il solstizio è arrivato e l’estate non ha portato consiglio: restiamo circondati da cialtroni. Si tratta di una convinzione che si è fatta strada piano piano, anno dopo anno, ed è ormai una triste certezza.
Cialtroni non solo individuali, anche organizzati, governati da cialtroni, che pianificano cose spesso senza senso, di cui capita di doversi occupare quotidianamente, e, per una serie di motivi, anche in quantità superiore alla media: un picco di cialtroni.
L’oscar tocca alla banca locale, alle prese con una comica transizione a nuovo sistema informativo che sta creando disservizi fantozziani. Spippolo sui software dai tempi del Dos, 35 anni buoni di sbattimento, e non ho mai assistito a una simile esilarante performance, che sembra negare ogni principio-base del cambiamento del sistema informativo: i programmi si testano prima, mica si adottano fin quando non si sa usarli convenientemente, di più se tratti col pubblico, ancora di più se tratti dei soldi dei clienti e ne riscuoti la (malriposta fiducia).
Si narra di impiegati inebetiti che tentano di governare procedure lunari e non riescono a portare a termine operazioni che per i clienti, poi, sono vita: per esempio possono bloccarti una compravendita immobiliare perché non hanno idea di come portare a termine una restrizione d’ipoteca, o brancolano nel buio per gestire una pratica relativa a un mutuo di un’associazione non profit. Poverini, c’è da comprenderli, senza sarcasmo: se ti insegnano a nuotare buttandoti a mare ci sta che tu mandi giù un po’ d’acqua salata.
A proposito di compravendite immobiliari, se non compri per la banca cialtrona ci sta che non vendi per il Comune cialtrone, che si perde le carte che dimostrerebbero sanati degli abusi edilizi. Così scopri che la casa che hai comprato garantita al limone prima che valessero certe regole, con tanto di dichiarazioni giuratissime, ha qualcosa che è apparso magicamente a un certo punto, che so, tipo una finestra fantasma, e ti tocca sbatterti te per sanarla, rincorrendo l’architetto che dovrebbe curare la pratica ma è sempre tanto impegnato, per cui le telefonate e le ricerche devi fartele da solo.
Si possono aggiungere tante cose all’elenco, ma ci siamo capiti: per esempio l’obbligo di pagamento con PagoPa non supportati, tariffari introvabili, mail non gestite, telefoni inattivi. Per pagare 20 euro di oneri a una Asl per una pratica ho telefonato a 6 numeri diversi, due dei quali si rimbalzavano a vicenda, prima di trovare un sant’uomo che mi ha detto che l’obbligo di usare PagoPa, affermato con chiarezza su una certa home page, non è ancora operativo e tocca fare un bonifico vecchio stile. Due giorni.
Due bandi presentati per l’imprenditoria femminile a un’importante Agenzia Nazionale, dopo sforzo sovrumano per arrivare lindi e pinti al clickday, sono stati messi in freezer ufficialmente perché i fondi sarebbero esauriti improvvisamente, quando la voce di corridoio dice che l’ente non era in condizione di rispettare l’obbligo di esaminare i progetti in 60 giorni.
Così si passano le giornate, nello sfaldamento di ogni principio di professionalità, sudando freddo a ogni portale che si apre per fare questa o quella pratica, sapendo che spesso e volentieri ti darà errore perché non supporta Chrome, perché il server è down, perché è in atto un aggiornamento, una revisione, un salvataggio, perché c’è un bug, perché il tempo che hai prima che ti scada la sessione è troppo poco.
Multinazionali planetarie che producono software che ti obbliga a usare Internet Explorer. Nel 2022. Solo per eseguire il loro programma di merda, zeppo di bug, configurato da Paperoga. Mortacci loro, fatturano i pozzi di petrolio.
Telefoni che non funzionano, mentre lo stalker che vuole venderti a tutti i costi biglietti per spettacoli teatrali benefici inguardabili ti martella tutte le sante mattine, e chiama, chiama, chiama sempre, incurante delle suppliche, delle diffide, dei vaffanculi urlati o sottintesi.
Nessuno sembra fare quello che deve, tutti si lamentano, pochi si adoperano con pazienza per aiutarti a risolvere un problema. Ne conosco alcuni, non di persona, e a loro va la mia gratitudine e ammirazione: l’impiegata dell’Inps che mi ha risolto un problema evitandomi un viaggio a vuoto, chiamandomi e richiamandomi lei, grazie. L’uomo della Asl di cui sopra. Altri che non sto qui a elencare. In fin dei conti ci pagano per lavorare e alcuni cercano di fare del proprio meglio. Qualche volta non basta. Ma almeno ci si prova.
Che poi a guardare la vicenda Di Maio uno si rende conto che il fenomeno è diffuso e ormai ci ha preso prigionieri. L’era cialtrona è qua, terrapiattisti e complottari sono le sue avanguardie, l’insipienza è tutta intorno a noi, e cresce.
Io prometto di mettercela tutta e di non picchiare nessuno, ma è dura.
E che dire dei giornali? No, dai, lasciamo perdere. Ne parliamo un’altra volta.
Articolo pubblicato su www.postpank.wordpress.com
di Pancrazio Anfuso