
Il facile ricorso al “politically correct “ * è un esercizio rozzo del buonismo praticante.
Pare che “il politicamente corretto “lo abbia inventato Lenin (pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov) spargendone i presunti concetti e insinuandolo in Occidente.
Al Festival di Sanremo non potevano ovviamente mancare
I “gigioni” della Costituzione come Roberto Benigni, che ha interpretato in maniera discutibile l’articolo 21 della Carta Costituzionale vale a dire la libertà di esprimere in ogni forma lecita il proprio pensiero.
Solo che Benigni stesso e la moglie dettero querela a Sigfrido Ranucci per un servizio apparso su Report – Rai sui finanziamenti pubblici allo spettacolo, che vedeva coinvolti i due coniugi d’arte. Ma allora di cosa parla Benigni?
Ma non basta, continuiamo con la “beatificazione“ post mortem di Maurizio Costanzo.
Un tripudio di ipocrisia mediatica di personaggi dello spettacolo, altrettanto discutibili, come il defunto. Poi la celebrazione incessante su Mediaset non fa sperare bene allorquando (speriamo lontano) Silvio Berlusconi lascerà questa terra.
Il buonismo al quale abbiamo assistito ci ha fatto dimenticare tanti aspetti sorvolati di Costanzo, non volendo essere feroce ricordo solo i suoi flop come esperto di comunicazione per D’Alema, Veltroni, Raggi e molti altri finiti a picco nei consensi popolari. E mi fermo qui per rispetto ad una persona che non c’è più.
Per non parlare della strage di migranti davanti Crotone con 64 morti annegati e non è purtroppo il bilancio definitivo!
A seguire le prevalenti trasmissioni televisive e radiofoniche dove l’imbarazzo è grande e sempre più sorprendente.
Il Ministro Piantedosi, fresco di nomina, poteva risparmiarsi quelle affermazioni non degne di un membro di Governo, chieda scusa almeno.
Quando si vuole essere più realisti della regina (Meloni in questo caso) si rischia di essere solamente offensivi e forse senza essersi reso conto.
Peggio di tutti l’Europa disinteressata alle stragi ma attenta alle farine d’insetti! Il dramma dei migranti per Bruxelles deve ricadere solo sul nostro Paese! Vergogna!!! Esclusivamente tatticismi, fiumi di ore in Commissioni inutili per fare cosa? Dov’è La Premier che invocava (quando era Opposizione) le navi da guerra per contrastare il fenomeno? Cosa fa l’etereo Ministro degli Esteri, più alle prese con le interpretazioni dei siluramenti di Berlusconi che operante in un Ministero importante come il suo? E il politically correct trova la sua apoteosi nell’invasione russa in Ucraina. Il clamoroso silenzio dell’Onu è la prova che sono ancora molti gli Stati dalla parte di Putin, Cina compresa ma attenta nei confronti Usa, ne deduciamo il pieno disaccordo globale.
Forse per la mescolanza dei temi che partono dalla guerra russo – Ucraina all’assalto alla centrale nucleare provocata, non si capisce bene ambiguamente se dai russi o dagli stessi ucraini, per non dire poi dei temi interni delle accuse reciproche anche in ordine alle responsabilità Usa e di conseguenza Nato.
L’unico di cui si è compreso fino in fondo un filo di ragionamento ed una messa in guardia circa le conseguenze che l’uno o l’altro atteggiamento degli Stati avrebbe comportato per una tenuta di dialogo, base di una credibilità sul piano interno ed internazionale. Ma così non è.
Assistiamo ad uno spettacolo, anche qui desolante e trattato con ineguagliabile buonismo d’annata.
Davanti a oltre 100mila morti tra civili e militari ucraini e russi a poco serve la superficialità e l’ignoranza con cui viene posto il più drammatico problema dell’umanità: la guerra.
Non tralasciando la piaga delle migrazioni di milioni e milioni di esseri umani a cui si pensa di porre rimedio con risposte di tipo militare o di ghettizzazione disumana.
Rappresenta un esempio terribile e drammatico su cui si gioca il futuro di tutti noi.
E in misura analoga tutte le sfide hanno proporzioni enormi già intuibili nei piccoli risvolti quotidiani della nostra vita: dalla mancanza d’acqua alle sue escrescenze improvvise e devastanti che pure hanno causato valanghe e anticipato nuovi rischi e pericoli.
Non possiamo ignorare le conseguenze e le scelte che ne deriveranno per ciascuno di noi a seguito dei più generali mutamenti connessi ai cambiamenti climatici e alle modificazioni ambientali e a catena a quelli energetici e alle stesse dimensioni della vita pratica di ogni giorno.
Solo una sfida grande e generosa potrà salvare quel tanto di democrazia che nonostante i rischi presenti ancora ci rimane e può essere ravvivata.
Occorre un rafforzamento delle Istituzioni e degli istituti del nostro vivere civile.
Stiamo vivendo una fase di grande cambiamento e di passaggio che non potrà essere lasciata in mano ai grandi gruppi che tentano di decidere con la potenza dei mezzi di comunicazione, i sondaggi e il coinvolgimento più o meno genuino e reale dei soggetti cui spetta il dovere e il diritto di decidere.
Un fatto è certo cerchiamo di vedere il mondo senza patine e censure del politicamente corretto operato dal cinismo di governanti manovrati.
*https://www.treccani.it/enciclopedia/politically-correct_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/
di Francesco Petrucci
Francesco Petrucci
Sociologo. Si è laureato presso l’Università di Roma la Sapienza.
Osservatore nei corsi economici presso L’Unione delle Camere di Commercio.
Esercitatore presso la Cattedra di Filosofia Moderna con il prof Franco Bianco.
Assistente presso la cattedra di Metodologia e Tecniche della ricerca sociale con il prof. Gianni Statera.
Ha lavorato presso la Group Italia Spa; la Confederazione della Uil nazionale e della Cisl nazionale distaccato da Società Autostrade Spa.
Consulente dell’AD Alitalia Spa.
Assistente dell’A.D. Olivetti-Eurocomputers.
Presidente del Comitato Culturale del Giornale online “ITALIANITALIANINELMONDO.COM”.
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